Si. Ancora sui Dolce e Gabbana nazionali.
E voi mi perdonerete di essere così incarognita e monotematica, ma ieri ho letto la notizia dell’articolo uscito su Panorama, dove i due pontificano sul valore della famiglia tradizionale… e niente, mi sono cresciute e cascate tre paia di balle, la mascella è cascata al pavimento, e l’unico pensiero che ho avuto è stato: “QUEI due che vengono a parlare A ME della famiglia tradizionale?”
Quei due vengono a dirmi che
“la famiglia non è una moda passeggera, è un senso di appartenenza e non si vive di cool, fashion e app: questa generazione ha paura di investire sugli affetti”.
ok, mentre sto a chiedermi nella loro gioventù, questi due su quali affetti esattamente hanno investito, su quali stanno investendo ora (a parte vivere la tanto decantata maternità tramite il surrogato patinato che ha per nome Bianca Balti) dove era la loro famiglia mentre vivevano come vivevano, liberi dalle convenzioni (e vivaddio, almeno erano coerenti) e dalla paura del giudizio altrui… mi dico anche teniamoci forte, perchè il prossimo è Salvini che prende il nobel per la pace (o quello per la ricerca scientifica), e poi Hitler resusciterà dalla tomba per parlarci dei diritti dei neri.
E qui mi scappa di fare un breve recap della situazione, ovvero dell’iconografia proposta nel corso degli anni, dai due simpatici tradizionalisti e ambasciatori della “famiglia”.
Ricordiamoli insieme perchè loro sembrano del tutto immemori del fatto di essere passati da anni di QUESTO:
con una fase di transizione nel biennio 2013 – 2014:
a QUESTO:
Lasciamoci tutte andare in un corale: “oooooohhhh ma che carini…” tutti quei figli prima della maturità… l’archetipica famiglia italiana è segretamente imparentata con i conigli!
E sentiamoci tutte spinte a immedesimarci con l’eterea, bellissima (poco “mammesca” ancora è vero, ma aspettate di vedere le foto della sfilata col pancione), o a uscire subito in caccia, alla ricerca di un esemplare “masculo” come quello che si vede in foto, per generare la nostra progenie da copertina e assolvere finalmente al nostro compito biologico.
Ecco, la polemica di oggi non è interamente su questo argomento (il ruolo proposto ancora una volta per la donna – tutta casa chiesa e figli pettinatissimi -) ma sull’ipocrisia del sotteso che ci sta dietro.
Che proprio, lo ripeto, da due individui come i signori Stefanino e Domenichello, non posso accettare.
Come si è potuto passare dal punto A al punto B, dalla zoccola impenitente del profondo sud (o est, o metteteci il punto geografico che vi piace di più, perchè i furbetti camaleontici si adattano bene a tutto) alla Madre, se non per quel repulisti moralista da pentito che ogni donna attraversa (e anche ogni uomo eh, non facciamola una questione di genere) nel passaggio dalla giovinezza spensierata e sfrenata all’età adulta e matura, quando “ci si sistema”, ci si “accasa”, si trova marito e voilà, per magia tutti i passati peccati, le scappatelle, la zoccolaggine brada, vengono cancellati con un colpo di spugna dal fatidico si all’altare.
Nello stupendo abito bianco che inneggia alla virtù e alla purezza immacolata.
E non fraintendetemi, è bello pensare che anche la favola di quella vacca di Cenerentola abbia avuto un lieto fine. Che dopo questo:
e dopo varie sbirciate sotto l’inesistente gonna (forse alla ricerca dell’onore perduto?)
egli ne abbia fatto una donna onesta e si sia arrivati a questo:
è il sogno di tutte, no? Scapoli impenitenti che diventano saggi (e pettinatissimi) pater familias. Fuitine al chiar di luna che diventano istituzioni sacre e iconografia cristiana. E’ bello, è proprio bello.
Un condono delle pene che neanche con l’ultimo decreto svuotacarceri (ma intanto, Corona per du fotine e qualche cazzata, è sempre lì, poverino, …si vede che lui il culo non l’ha dato via bene, come si suol dire).
Certo, a questo punto qualcuno obietterà che sto paragonando le foto delle campagne moda adulti con quelle delle campagne moda bambino… vero. Verissimo, ma non prendiamoci in giro: forse che i cari D&G non abbiano già vestito anche i “mini-me” da zoccolette in erba, degne cloni delle madri? forse che Roberto Cavalli non continua a farlo, collezione dopo collezione, decretandosi uno degli stilisti più scelti dalle mamme “in” per vestire le proprie creature (in maniera obbrobriosa, lasciatemi aggiungere, con scarpette col tacco prima dell’asilo e capi dalle orrende fantasie abbinate a caso – ma come sempre, sono i gusti personali che parlano)?
Scusate, ma io una foto così, da sacra famiglia bucolica, la accetto dai Jolie-Pitt: gente dalla reputazione immacolata e che da via pure miliardi in beneficenza… non in evasione fiscale, grazie.
Che poi scusatemi ancora, ma se la madre dei miei nipoti osasse ricevermi in camera da letto vestita come una appena… vabeh lasciamo perdere le definizioni, a schiaffoni fino a Santa Maria incoronata e ritorno, sta sciagurata.
Comunque, Questo è quanto volevo dire, più o meno, sull’indignazione che mi sta prendendo in questi giorni. E non sono neanche l’unica a pensarla così…adesso non mi resta che aspettare di leggere le “ritrattazioni” che faranno i due volponi, paladini della tradizione, quando cominceranno a capire di “aver sparato la cazzata”.
Una delle più grosse che abbia mai sentito negli ultimi tempi in effetti (e con Renzi e Salvini come concorrenti principali era dura eh, ragazzi…)
Perchè ritratteranno, certo che lo faranno. Diranno che non abbiamo capito, che parlavano in linea teorica e di massima, che il discorso non si applica a loro ma alle masse. Si, alle masse di caproni che ancora, dopo questo dietrofront, andranno in negozio a comprare qualcosa, spendendosi una “lira di dio” per lasciarsi travestire da qualcosa che non esiste, o che non saranno mai, qualcosa su cui si è sputato fino all’altroieri, anche se ora fa tanto comodo dimenticare.
Ps. Delle 13.00: e si, pare che se andate a leggere sui profili social dei due stimati stilisti si stiano già difendendo, rigirando la rifratta e ritrattando.
Ovviamente noi non abbiamo capito. Ovviamente.