Lo studio della rivista Nature ha rivelato una verità che si temeva da tempo: c’è il fattore umano dietro ai fenomeni metereologici clamorosi di questi ultimi anni.
La causa dei grandi diluvi è il riscaldamento climatico. Dal 1990, i super acquazzoni sono aumentati di tre volte e mezzo e hanno generato eventi traumatici come l’inondazione in Australia in gennaio, in Pakistan l’estate scorsa, in Veneto e in Liguria e l’esondazione del Danubio
I beni distrutti dal maltempo dal 1980 a oggi equivalgono a 1.600 miliardi di dollari con un aumento annuale dell’11%.
Gabriel Hegerl, climatologa dell’Università di Edimburgo che ha condotto la ricerca afferma:
Possiamo dire con relativa certezza che la maggiore intensità delle precipitazioni dell’ultimo mezzo secolo non è frutto del caso.
Seimila stazioni meteo hanno registrato le piogge negli ultimi 50 anni. I valori massimi delle precipitazioni giornaliere sono andate in crescendo a partire dal 1951, le grandi ondate di maltempo si sono più che raddoppiate.
Senza il riscaldamento climatico, le inondazioni degli anni 2000 avrebbero avuto il 20% di possibilità in meno di accadere.
Il riscaldamento ha portato ad un ingrossamento esponenziale delle piogge: prima degli anni ’90, una pioggia pesante era di 40-60 millimetri al giorno, oggi si sfora tranquillamento quota 200 millimetri.