- Moccio Vileda fatto donna. O è un uomo?
E’ evidente anche ai più stolti degli stupidi che la terra d’Italia, quello stivale che per oltre 1000 chilometri si svolge da Nord a Sud, è una delle più importanti e ambite terre del Mediterraneo: chi controlla l’Italia militarmente, economicamente, socialmente e commercialmente controlla tutto il medioriente.
Non c’è scampo, la realtà è questa e chi non l’ha ancora capito è meglio che ricominci a studiarsi la storia, quella con la Esse maiuscola e non quella blaterata sui banchi di scuola o in qualche salotto alla moda, spesso di parte.
La politica economica sociale europea si mette in atto attraverso il passaggio delle consegne ai politicanti (i politici sono un’altra cosa) che popolano questo paese: gente affamata, diseredata, profondamente infame, vigliacca e senza nessuna morale, sostanzialmente dei mercenari che da destra e sinistra hanno abitato a sbafo in un tugurio di mercato – il parlamento – per risanare le loro casse e i loro interessi senza nessun vantaggio economico e sociale all’intera nazione, ma solo incamerando voti e finanziamenti per la cricca di criminali ai quali dovevano rispondere. I fatti non sono solo di questi tempi, ma risalgono a molti decenni fa e tutti sono responsabili, dall’usciere al plenipotenziario. Tutti responsabili del degrado al quale siamo arrivati, nessuno si salva.
Adesso, dopo i vari tentativi di facciata di portare questa nazione ad un livello di civiltà accettabile (premetto che dovremo definire cosa intendiamo per civiltà), un gruppuscolo di persone, forse senza futuro o forse bene accorte e con le giuste “aderenze” massoniche, pone a questo governo, di pernacchioni incapaci di fare alcunché, un ultimatum: o fate come diciamo noi o salta tutto!!
La Confindustria si sta sostituendo da potere economico a potere politico. La Confindustria, composta per lo più da zoticoni, ignoranti, stracciauoli e ferrivecchi impone al governo italiano – eletto legalmente – l’ultimatum come stesse combattendo una guerra tra fazioni contrarie. Ma la Confindustria è un gruppo di canaglie appartenenti alla nazione Italia e come tale non dovrebbe combattere, ma proporre e sostenere tesi e disegni economici per il benessere loro e dei loro assunti.
No!
L’associazione dei barboni, sfruttatori, grassatori, puttanieri italiani sfida questo governo di infami con un ultimatum: fate come diciamo noi o andate a casa!
Ma con quale diritto questi luridi personaggi si possono permettere di porre un ultimatum? Cosa hanno mai sacrificato per il valore dell’Italia se non quattro lirette o qualche centesimo di euro? Chi sono questi sfruttatori che si ergono a impavidi giudici su un governo ormai debole? Vogliamo fare qualche nome? Oppure ne siamo già a conoscenza?
Basterebbe dire De Bendetti, Mercegaglia, Della Valle, Benetton, Tronchetti Provera, Caltagirone, Ligresti, Barilla, Bernabe, Colaninno e tanti altri plurimiliardari che hanno sfruttato – con la connivenza politica che adesso combattono – la nostra terra e che adesso, vedendo spegnersi il lumino del guadagno, soffiano sull’ormai flaccido stoppino giunto ormai alla sua naturale fine. Che forza!!!
La Mercegaglia dice “se in un tempo brevissimo, diciamo una settimana, il governo non si decide a varare le misure necessarie, rischiamo di subire danni irreparabili“. Irreparabili a causa di chi?
Queste canaglie che hanno succhiato l’intera linfa vitale italiana, che hanno delocalizzato, sfruttato, licenziato a man bassa, evaso il fisco, corrotto e dilaniato il nostro paese, pretendono anche il guscio del frutto esausto. Questi pavidi essere, senza spina e senza terra, senza morale e senza famiglia, pretendono che la terra d’Italia si ponga ai loro piedi per i loro interessi. Ma dove stanno quelli degli italiani tutti?
Questa è il genere di persone che dovrebbe essere passata a fil di spada, senza pena, perché è questa la genia che ha composto l’unità nel disordine e nello sfruttamento; questa gentucola che ha calpestato le tradizioni, le culture e la morale italiana; questa la genia che ha permesso che gli emigrati italiani (7 milioni sparsi nel mondo) abbandonassero la propria terra natia per far spazio alle loro egoistiche bramosie di potere e di usurpazione.
Purtroppo il nostro governo, Dio ce ne liberi, non solo è prono alle irretite richieste, ma tentenna e temporeggia nella speranza di una via d’uscita. Il tempo del liberismo è finito, il tempo dell’anglo-mercatismo è terminato, senza speranza e senza nessun risvolto produttivo per nessuno.