Risotto alla milanese con ragù di vitello
Una recensione in due riprese per scandagliare la multiformità di Pisacco: bistrot contemporaneo, galleria d’arte, bar in evoluzione. Perché noi analizziamo tutto con cura e ci togliamo ogni dubbio spazzolando accuratamente più piatti possibili, prima di sottoporvi un nostro giudizio a cinque stelle.
Dove si trova: via Solferino, 48 zona Brera
Orario: dal martedì alla domenica 12.00-15.30 e 19.00-01.00 (cucina aperta fino alle 23)
Telefono: 02 91765472
Tipologia locale: bistrot contemporaneo
GLI SPAZI: Una sala a piano strada con una quarantina di coperti tra tavoli e banconi con sgabelli. Arredamento essenziale, installazioni artistiche alle pareti, tavoli ottimamente distribuiti, tanto che anche a locale zeppo la nostra cena è stata confortevole.
Al piano inferiore altri venticinque coperti, sotto una volta a botte in mattoni dipinti di bianco, vista all’esterno su un giardino ricavato dal letto della Conca delle Gabelle, ricordo di quando Milano era una piccola e affascinante Venezia.
Possibilità di accomodarsi per un aperitivo sugli sgabelli e poi proseguire la cena rimanendo lì o a un tavolo.
IL CIBO: Abbiamo esplorato tutti gli aspetti del menù per voi nel corso di due visite. Perché Pisacco offre oltre a piatti eccezionali della cucina italiana rivisitati anche hamburger e Caesar salad d’autore ma anche cocktail o Misture alcoliche, omaggio a pochi grandi classici retrò a base di gin accompagnati da piatti della piccola cucina.
Il menù in evoluzione –disponibile online con i prezzi- curato da Andrea Berton ed eseguito magistralmente in cucina da Fabio Gambirasi con la collaborazione di Matteo Gelmini.
Durante il primo passaggio abbiamo assaggiato dei morbidissimi Calamari alla Plancia con crema di avocado, lime e cipollotto e il Vitello tonnato a dir poco eccellente,
Visto che ce ne hanno parlato non bene, ma benissimo ho fatto una deroga alla regola di vita che mi impone di mangiare solo i favolosi risotti di Mr.Ollister e ho assaggiato il Ristotto alla milanese con ragù di vitello. E vi assicuro che ne è valsa la pena. Prendete il giudizio severissimo di una che quando si parla di risotto è una nota rompiscatole perfezionista. Si sentiva il sentore del brodo. Una meraviglia.
Ma perfino gli Spaghetti al pomodoro e basilico sono stati apprezzatissimi in tutta la loro semplicità. La Lingua di manzo brasata con salsa verde e pere caramellate sembrava invece essere leggermente insipida a detta del nostro commensale. A concludere i lodevoli Waffle al cacao e il Cheesecake con salsa ai frutti rossi.
Hamburger Berton con patate chips
La seconda visita è stata per un pranzo veloce e finalizzata all’assaggio del celeberrimo hamburger Berton. Tra una coltre di patatine chips un pochino troppo unte per i miei gusti, avvolto in un pane al sesamo inappuntabile, trovate LUI, l’ottimo hamburger di controfiletto tagliato al coltello, una tenera insalata mista e della maionese fatta a mano. Fin dal primo morso vi renderete conto che la sua fama è più che giustificata! Il menù del giorno ci ha riconfermato che qui il risotto lo sanno fare impeccabilmente.
Al solito vi riporto il positivo giudizio altrui sulla carta dei vini. Io purtroppo non faccio testo.
I PREZZI: Onesti per essere in piena Brera, con materie prime eccezionali e un servizio impeccabile. 30 € a testa con aperitivo incluso quando si è trattato di cenare. Per l’hamburger Berton preparatevi a sganciare 16 €. Non una cosa da tutti i giorni, ma in un’occasione speciale si può anche fare
.Il menù del giorno disponibile a pranzo in tre portate viene proposto a 12 €.
ALTRO: Alla voce del menù Due taglie sono disponibile le mezze porzioni, un vero segno di civiltà che da la possibilità di assaggiare più piatti in quantità dignitosissima.
Personale di sala preparato e gentilissimo. Consiglio di prenotare, soprattutto nei fine settimana.
Nota artistica: nel bagno al piano strada troverete un vecchio schermo su cui scorre un’installazione video. Io mi ci sono incantata davanti per alcuni minuti generando una piccola coda. Ma altrimenti che Petunia sarei?
Cinque stelle? Cinque stelle! Perché a Brera un posto così mancava da qualche anno.