(1) San Antonio Spurs - (8) Memphis Grizzlies
Chi ad inizio stagione si sarebbe aspettato gli Spurs al primo posto ed i Grizzlies alla post season ai danni di Suns, Rockets e Jazz? Ma tant’è: i nero-argento per larghi tratti della stagione hanno giocato il miglior basket della NBA con il sempreverde Manu Ginobili e Tony Parker a prendere in mano la situazione, lasciando a Duncan un ruolo da comprimario, almeno durante la stagione regolare. Anche la panchina si è dimostrata all’altezza, e coach Popovich dovrà utilizzarla per forza dato che Ginobili salterà le prime sfide per l’infortunio al gomito subito nell’ultima partita. Memphis, trascinata da Zach Randolph, ha prodotto un’annata speciale, e con il ritorno di Shane Battier ha aggiunto quell’esperienza che mancava. Mancherà invece sicuramente Rudy Gay, che purtroppo ha chiuso anzitempo la sua stagione, per altro sfiorando i 20 punti di media.
Passano gli Spurs in cinque partite.
(2) Los Angeles Lakers – (7) New Orleans Hornets
Dopo un avvio col turbo, Chris Paul e compagni hanno vissuto un’inevitabile flessione, passando oltretutto attraverso periodi societari difficilissimi; i Lakers, sono i Lakers: quello che viene definito mostro a tre testa, la front line giallo-viola (Bynum-Odom-Gasol), appare impraticabile per gli omologhi degli Hornets, soprattutto senza David West… poi c’è sempre Mr. Bryant: ai playoff contro di lui non si può trattare, non prende prigionieri! La serie non dovrebbe offrire grossi spunti, ma potremo goderci l’esordio in tardo aprile di Marco Belinelli alla sua prima apparizione in post season.
CP3 una la potrebbe anche vincere, per il resto solo Hollywood: Lakers in quattro.
(3) Dallas Mavericks – (6) Portland Trail Blazers
Specchio del suo proprietario, i Mavs sono una squadra piuttosto bislacca: talento smisurato, panchina altrettanto lunga, un leader coi contro fiocchi ma alcuni passaggi a vuoto davvero clamorosi. Tutti ricordano quella finale contro gli Heat, da lì in effetti qualcosa è entrato nella testa dei giocatori e non è più uscito. Curiosamente potrebbero arrivare in finale di Conference come uscire al primo turno, ed i Blazers saranno pronti ad approfittarne: pur con mille infortuni Portland è riuscita comunque a giocare un’eccellente stagione, trovando un buon equilibrio senza il lungodegente cronico Greg Oden, e Brandon Roy, che ora parte dalla panchina concentrando i suoi sforzi in pochi minuti.
La sfida Nowitzki-Aldridge sarà stellare, ma i Texani sono più attrezzati ed esperti: Dallas in sei gare.
Dopo la trade deadline è cambiato parecchio. I Nuggets, ceduti due accentratori come Anthony e Billups, e ricevuto in cambio tanto talento poliedrico, sono diventati una squadra con rarissimi precedenti. I giocatori capaci di scollinare sopra quota 20 sono almeno nove, rendendo questo gruppo tecnicamente inarrestabile: tra la teoria e la pratica c’è però una bella differenza, e per raggiungere un equilibrio di questo tipo ci vuole tempo; inoltre chi si prenderà le responsabilità quando la palla sarà un macigno? Forse proprio il nostro Danilo Gallinari, anche lui, come il Beli, all’esordio nelle partite che contano per davvero. OKC invece, dalla trade ha sicuramente guadagnato: con Perkins e Mohamed si è assicurata quei lunghi di peso che nei playoff sono essenziali… poi se hai Kevin Durant parti favorito contro parecchie squadre: passano i Thunder in sei gare.