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Plum-cake salato prosciutto, formaggio e verdure

Da Povna @povna

All’origine è questa ricetta qui. La ‘povna ne sperimentava parecchie già da molto, e alla fine questa, come impasto, l’ha convinta. L’ha provata una prima volta per un pic-nic concerto, ripetendola passo passo (come formaggio dolce ha scelto l’emmenthal) e, visto che è stata un successo, ha deciso che poteva rivariarla per la festa della scuola. Già lì ha fatto qualche cambiamento (nella misura di una copertura finale a pomodorino secco e semi di zucca), ma, riassaggiandola insieme a tutti, ha deciso che si poteva ancora osare.
L’ultima volta che l’ha sperimentata, dunque, è arrivata a una versione che può considerare definitiva nel ripieno, quanto a sapore e consistenza (anche se sperimenterà con le farine ancora un poco, già lo sente); che è quella poi che va adesso a raccontare.
Come da ricetta, dunque, la ‘povna ha preso 300 g di farina (0, la prima volta, poi 0 e integrale la terza), 100 ml di olio di semi (di girasole), 100 ml di latte (ad abundantiam), 3 uova intere, una bustina di lievito secco e sale. Questo, per l’impasto; per il ripieno invece le variazioni dall’originale sono adesso parecchie, e comprendono: 150 g di lonzino di prosciutto crudo ben stagionato; 100 g di emmenthal; 80 g di parmigiano grattugiato; verdure miste grigliate a piacere.
Ha tagliato il formaggio e il lonzino a cubetti, poi ha impastato l’impasto (uova montate a spuma, e poi farina, olio, latte, sale, lievito, ben amalgamate a scendere); unire prosciutto, emmenthal e parmigiano al composto. Nel frattempo (il giorno prima, a dir la verità) la ‘povna aveva grigliato un po’ di zucchini, peperoni (gialli e rossi) e melanzane per una preparazione altra. Dunque ne ha presi un po’, li ha fatti grossolanamente a pezzetti, e li ha uniti al pappone insieme al resto. Se piace (a lei sì) ci stanno bene un po’ di menta e di basilico (che la ‘povna ha preso dal suo davanzale).
Il forno, durante tutte queste operazioni, è arrivato a temperatura, intanto (i 180° di ordinanza). La ‘povna versa l’impasto del plumcake nell’apposita teglia (unta di olio di semi e infarinata leggermente), informa, incrocia le dita, e spera.
Nel mezzo, si dedica altro (nell’ordine degli esperimenti, secondo la cronologia tra maggio e giugno: intrattenere infinite e improbabili riflessioni telefoniche, preparare gli scrutini e farsi bella). Nel forno intanto la sua creatura cresce. Quando il tempo scade, è bello alto, un buon profumo tutto intorno. E’ bene affidarsi alla prova stecchino, a quel punto. E, nel caso, lasciare ancora cinque minuti a cuocere. Oppure nel forno spento e chiuso a riposare.
La ricetta viene davvero buona, senza dubbio. Oltre tutto le varianti di ripieno possono essere infinite (a patto di sapere ben bilanciare il mix intenso e dolce) e anche quelle di impasto. La ‘povna la prossima volta ne proverà una versione integralmente sgluto, mescolando al saraceno un’altra farina adatta; e sicuramente sostituirà a un po’ di quantità di latte dell’acqua minerale. In ogni caso, si adatta a questo clima vacanziero, ma anche no; nel quale la scuola è finita, ma il temporale di sera ti concede ancora il forno senza troppe rimostranze. Ed è molto, molto adatto anche alle cene mondiali.


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