L’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” è finita questa volta su tutte le pagine di giornali non per i meriti dei laureati (è comunque riconosciuto un buon ateneo a livello nazionale) ma per le accuse – chiamatele maldicenze o gossip – su un concorso per ricercatore a tempo indeterminato a Giurisprudenza (sede di Alessandria) , uno degli ultimi, prima che la Riforma Gelmini faccia effetto. Anna Spada, 35 anni, è la vincitrice dell’esame. Gli scartati e qualche altro studente sussurra che da sempre è la preferita del preside, Salvatore Rizzello, il quale, coincidenza, si è laureato a Lecce come la vincitrice. Si scopre inoltre che la sorella di Anna, Sara, avrebbe avuto un incarico dalla Facoltà per un quadro (lei è pittrice). Ma, seppur legata ai personaggi sotto i riflettori, è un’altra storia.
Ciò di cui lamentano i candidati del concorso, è che Anna Spada, alla fine, non avrebbe avuto questo gran curriculum alle spalle, rispetto ad altri pretendenti. Ma in questo caso – il presidente della commissione giudicante è lo stesso Rizzello, co-autore di alcune sue (di lei) pubblicazioni – i professori-giudici hanno voluto premiare l’originalità dei suoi scritti, piuttosto che guardare gli indici bibliometrici, ovvero parametri analitici matematico-statistici che misurano la qualità e la quantità della produzione scientifica nonché la sua diffusione su riviste specializzate o saggi.
Le regole di valutazione, poi, sarebbero state cambiate all’ultimo momento, escludendo gli indici ed introducendo un criterio più “soggettivo”. Da qui le critiche, le lamentele e le maldicenze. Che su Facebook stanno crescendo. Pochi i commenti ufficiali. Il professor Rizzello avrebbe comunque invitato le malelingue a leggere gli atti, pubblici dopo la firma del Rettore. In più, gli altri professori esaminatori erano tra loro perfetti sconosciuti. Basta per garantire la trasparenza?