Polemiche per rifacimento “nizioleti” di Venezia

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Polemiche a Venezia per la decisione del comune di rifare i cosiddetti “nizioleti“, i lenzuolini, ovvero le indicazioni dipinte a sui muri delle calli di Venezia e che indicano il nome del luogo. Il comune ha iniziato a mappare e georeferenziare tutti quelli esistenti e ha anche iniziato il rifacimento, badando ad utilizzare l’ultimo Catastico (lo stradario di Venezia) prima della fine della Repubblica, nel 1786, per individuare le diciture corrette e ridare smalto tradizionale ai nizioleti. Le polemiche sono nate proprio per le modifiche di certi nizioleti, con la dicitura che, dal punto di vista del Catastico, dev’essere stata corretta, ma per molti veneziani ha rappresentato una vera e propria rivoluzione e forse, un insulto alla tradizione. Per fare un esempio, “sotoportego” è diventato “sottoportico” e questa è stata l’occasione per infiammare gli spiriti “tutelatoti” della tradizione di Venezia e veneta in generale. Lo stesso governatore della regione Veneto, Luca Zaia, della Lega Nord, ci ha tenuto a ribadire in maniera “colorita” la sua preferenza per le scritte tradizionali di Venezia: “lo digo in veneto, gavemo da difender i nizioleti venessiani. Se sono pronti a dotarmi di una scala e di un bidone di pittura mi ci metto io a ridipingere i nizioleti. La lingua veneta va difesa, tutelata e valorizzata, da sempre è stata la lingua della diplomazia”. Ma critiche sono anche piovute dalla rete e da diversi dibattiti cittadini, che hanno coinvolto nello scontro gli stessi assessori della Giunta, oltre ai diversi pareri di accademici e storici, che hanno presentato interpretazioni linguistiche diverse in sostegno di una o dell’altra ipotesi. Lo scontro sembra proprio concentrarsi tra la visione “linguistica“, che vorrebbe per la maggior parte, dare ragione al rifacimento dei nizioleti in chiave “corretta” e la visione “culturale”, che vede nelle modifiche e negli eventuali errori del passato una stratificazione culturale e identitaria che va preservata e non cambiata.