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Politiche di assunzione laureati

Creato il 30 settembre 2010 da Pps @ppsposato
Ho partecipato ad un forum su Linkedin, in cui si é dibattutto sul problema delle politiche di assunzione laureati e sullo sviluppo dei talenti.
La domanda posta al gruppo era se e quale politiche contrattuali, retributive e di sviluppo é giusto adottare quando si intende assumere neolaureati.
I pareri non sono stati unanimi, in particolare sulle formule dei contratti d'inserimento al lavoro, laddove vi era chi sosteneva l'opprtunità di stage o contratti a tempo determinato, prima di una eventuale assunzione definitiva, e chi sosteneva il tempo indeterminato sin dall'inizio.
La maggioranza si é espressa per una politica di assunzione laureati, basata sul susseguirsi di un paio di contratti a tempo determinato ( 6+ 6 o 12 + 12 ), durante i quali devono però essere messi in atto reali programmi di formazione e sviluppo degli eventuali talenti.
Tutto ciò é accettabile, laddove l'intento dell'azienda sia serio e non conseguenza di una volontà di precarizzare i rapporti di lavoro.
La mia convinzione personale, relativamente alle politiche di assunzione laureati e al loro successivo sviluppo é basata sulle seguenti considerazioni:
1 - Molte aziende, anche importanti, fanno passare per piani d'inserimento al lavoro degli escamottage per precarizzare il rapporto di lavoro. Temo che non si siano mai poste l'obiettivo di misurare la loro produttività, perché se da una parte risparmiano denaro, dall'altra creano una popolazione di personale demotivato.
2 - E' ammettere le proprie incapacità, affermare che lo stage e il tempo determinato occorrono per valutare realmente i potenziali dipendenti. Chi possiede ed adotta degli efficaci processi di selezione può, ovviamente compiere ogni tanto degli errori ma, di norma, recluta e seleziona le persone giuste per il posto giusto, con soddisfazione di entrambe le parti.
3 - Sviluppare i dipendenti e a maggior ragione i talenti presuppone che l'azienda abbia in essere un processo di valutazione del personale il più oggettivo possibile, base indispensabile per creare una cultura meritocratica e per progettare carriere retributive e gerarchiche coerenti con i reali contributi dei singoli.
Senza queste basi, temo che qualunque progetto d'inserimento e sviluppo dei neo assunti sia destinato a dare scarsi risultati.
Chi fosse registrato su Linkedin,  può seguire la discussione nel forum del gruppo Human Resources Italy 

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