Dopo 11 anni giustizia è fatta! Finalmente i responsabili delle violenze alla scuola Diaz durante il g8 di Genova pagano per gli errori e le leggerezze commesse! Il capo della polizia Manganelli dice che è giunto il momento di chiedere scusa! Da destra e da sinistra un unanime sdegno e meraviglia perchè tutto d’un tratto, in una tranquilla giornata di sole e di spread, dei magistrati ci ricordano che sono accaduti fatti di questo tipo: ”Mentre ci picchiavano urlavano ‘bastardi comunisti, adesso vi ammazziamo’. Noi spagnoli eravamo in 11: ci siamo accucciati, cercando di ripararci a vicenda. Mi hanno colpito alla testa e poi, mentre stavo rannicchiato, al fianco, ripetutamente. Erano in dieci, sembravano impazziti. Quando non arrivavano le manganellate, date con il manico per lasciare il segno, ma non squarciare la pelle, ci colpivano a calci. Ma non bastavano i manganelli, erano infuriati, prendevano le sedie e i banchi e ce li sbattevano addosso”. Sara’ durato tutto forse 20 minuti – rammenta l’ impiegato delle poste spagnole -, ma sono sembrate un’ eternita’. ”E’ accaduto tutto a luce spenta – precisa -, sentivamo le urla e i pianti degli altri accanto a noi e ai piani superiori”. ”Quando sono entrati i funzionari in borghese – prosegue Anna Martinez – hanno proseguito perquisendo i nostri zaini, ma non era una perquisizione, era solo un rovesciare tutto per terra, rompere.”
(tratto da http://www.storiaxxisecolo.it/g8/G8testimonianze6.htm)
Oddio! In che paese vivevamo prima! E pensare che all’epoca non c’erano nemmeno quei bombaroli dei No Tav che salgono sui tralicci per predere la corrente e poi dare la colpa alle forze dell’ordine! Sono proprio di un’altra pasta democratica i politici e i tecnici di oggi! Come Fini che nei giorni del g8 era in camera di regia della questura per cercare di convincere i poliziotti fascisti a non pestare a sangue i cattolici della Rete Lilliput. Siamo sicuri che il nostro Presidente della Camera quel giorno fece il possibile per impedire il massacro, ma purtroppo fu tutto inutile.Quel giorno a prodigarsi per la pace c’era anche l’allora Ministro della Giustizia e oggi Parlamentare Roberto Castelli, il quale accorse alla Caserma di Bolzaneto e la sua autorità fermò i pestaggi come lui stesso ebbe modo di dichiarare: ”Io a Bolzaneto c’ero e finché mi sono trattenuto lì non ho visto nessuna violenza”. Purtroppo il nostro dovette lasciare l’edificio, immagino per improrogabili impegni istituzionali, così che le male marce fecero scattare la violenza. Degno d’encomio fu anche l’impegno del Ministro degli Interni Scajola che aiutò tutti a distinguere i manifestanti buoni dai terroristi cattivi istituendo un criterio univoco: chi superava la zona rossa era un terrorista e in quanto tale gli si doveva sparare. Anche questo appello cadde nel nulla visto che poliziotti pestarono tutti senza discrimine.Concludendo… però senza alcuna ironia va detta una cosa: in quei giorni di 11 anni fà non ci furono nè polizia deviata, nè isolate mele marce, nè errori di condotta; fu solo messo in atto un preciso piano repressivo che eseguiva i precisi ordini di una classe politica che oggi è ancora viva, vegeta e che lotta insieme a noi. Si deve trovare il coraggio di affermare che quella fu polizia politica, non è solo una questione di verità storica ma purtroppo sopratutto una lotta per il presente, una lotta contro i fascisti, i violenti e gli antidemocratici che dopo oltre 10 anni ancora affollano le nostre istituzioni.