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Polverini eri

Creato il 22 dicembre 2011 da Tnepd
Polverini eri
Ritratto di Akab rifiutato dal Mucchio per ragioni tanto intelligenti quanto giustificate

Come suggerito dal Mucchio, parliamo della Polverini, convinti che dell’argomento possa fregare a qualcuno oltre il Raccordo Anulare. UmoreMaligno cercherà, per quanto possibile, di non tediarvi con battute su una tizia interessante quanto il vostro amministratore di condominio. Quando le due persone addirittura non coincidano.

Renata Polverini è la presidente del Lazio. Se non la conoscete, è la regione grande in mezzo all’Italia.

Diciamoci la verità, senza Floris che la invitava a Ballarò una volta sì e quell’altra anche, non avreste nemmeno saputo chi fosse. Certo, anche essere a capo di un sindacato inesistente ha influito.

La Polverini ha fatto carriera in un sindacato di destra, ricoprendo anche il ruolo di capo ultrà.

Scheletri nell’armadio: Veltroni la stimava al punto da volerla candidare nel PD.

Celebre la polemica sulle iscrizioni gonfiate del suo sindacato. Be’, parlando di Renata Polverini è l’unica cosa che poteva gonfiarsi.

Il 30 marzo 2010 Renata Polverini vince la corsa alla presidenza della Regione Lazio con il 51,14 percento dei consensi contro il 48,32 per cento della Bonino. Sarebbe stato interessante vedere come sarebbe andata a finire se ci fosse stato almeno un candidato donna.

Perché un pezzo sulla Polverini? Semplice, non ha alle spalle l’apparato intimidatorio di Formigoni.

Venne eletta prendendo il posto di Piero Marrazzo. Nel segno della continuità.

Quella vittoria giustificò i soldi spesi da Mons. Bertone per diventare ventriloquo.

Il 25 aprile, in occasione della celebrazione della Liberazione, Renata Polverini viene appellata dalla folla come “fascista”. Lì dimostra la propria ineleganza, non ringraziando.

Nella stessa manifestazione il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti viene colpito al volto da un agrume, lanciato da una donna non meglio identificata, con grossi occhiali tondi ed una Rosa nel pugno.

Polverini eri

Matteo Bertelli per Umore Maligno

Presidente giovane, amministratrice lungimirante, personaggio politico di rinnovamento: ehi, è facile trovare definizioni che non c’entrano un cazzo con la Polverini!

L’elezione della Polverini può anche esser spiegata come una risposta dell’elettorato al particolare clima esterno che si viveva nel Paese in quei giorni, come la polemica riguardante l’esclusione delle liste Pdl del Lazio perché presentate in ritardo. O lo scoprirsi governati da un presidente frocio.

“Io figlio della lupa, discendente della grande tradizione dell’Impero romano, di quanno s’annava a conquista’ er monno, tradizione poi ripresa cor granne Duce, che te devo di` me fa piagne ancora quanno ce penso. Non podevamose non da’ er voto a sta Polverini pe’nsemplicIe motivo che mo’ vegno e te spiego: Semo cojoni”.

La Polverini è figlia di un delegato dello stesso sindacato in cui ha fatto carriera prima di rappresentare una coalizione da sempre attenta a tutelare la famiglia.

Viene sfiorata dallo scandalo affittopoli documentato dall’Espresso, ma le sue giustificazioni sono tali che non siamo abbastanza demagogici per farci battute. Quest’estate viene accusata di sprechi dopo aver raggiunto in elicottero una sagra di paese, accuse rispedite prontamente alla stampa. Con un Gronchi rosa.

Tra i più convinti sostenitori di Renata Polverini è necessario ricordare Gianfranco Fini, dal quale ha ereditato lungimiranza politica, carnagione olivastra e un fastidiosissimo prurito alle palle.

È comunque già stata in grado di lasciare il segno nella vita politica nazionale. Imboccando Bossi.

La Polverini è stata elet… No, basta ragazzi, a tutto c’è un limite.


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