Tg La7 cronache riporta, ancora una volta, l’attenzione sullo stato di degrado del sito archeologico napolateano: Pompei. Da alcuni anni la situazione della città di epoca romana sommersa dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.c, dal 1997 patrimonio dell’umanità dell’Unesco, rappresenta infatti uno dei maggiori talloni di Achille dei ministri dei Beni culturali che si sono avvicendati.
Collegandosi al fatto di cronaca, della visita a sopresa della cancelliera Angela Merkel agli scavi pompeiani per ribadire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’ennensima prova del grande interesse che esiste all’estero per le sorti della città vesuviana.


E di Pompei parlano anche i principali canali televisivi mondiali. Dall CNN ad Al Jazeera English impegnati a descrivere una situazione sempre in bilico tra la speranza e il disastro.
L’emergenza pompeiana sembra trovare più spazio nelle cronache internazionali e i repertage su Pompei sembrano essere diventati un genere. Negli ultimi mesi, molte televisioni straniere hanno mandato i loro inviati a testimoniare il degrado. L’ultima in ordine di tempo la Tv della Svizzera italiana che ha evidenziato, tra l’altro: “chiusa anche la casa del Criptoportico, appena restaurata, forse perchè il risultato finale non è molto convincente” … Restauro durato un anno e l’inviato limita con la sua frase “non molto convincente” la polemica che sta montando su questo lavoro

Il canale spagnolo Hausnews ricorda la rovina della Domus dei gladiatori e il monito dell’Unesco che ha minacciato di togliere il titolo di patrimonio dell’umanità. Il canale inglese di Al Jazeera accusa la trascuratezza, la cattiva gestione e i colpi del maltempo. La francese Canal plus usa le belle immagini in bianco e nero, senza visitatori, per imputare proprio il turismo di massa di devastazione del sito. Ma chi va giù pesante è la CNN che in piena crisi russa ucraina mette in guardia Putin dai pericoli dell’imperialismo e usa la m

E tra indicazioni assenti, bagni rotti e oltre 70 edifici non visitabili, il governo italiano ha stanziato una goccia nel secchio. Servirebbero invece 100 milioni di euro per rimettere in salute Pompei. Nel frattempo quest’arte perduta tra cemento, degrado, lungaggini burocratiche, carenza di personale e manutenzione, attenderà il prossimo crollo.






