Alcune decine di tassisti italiani, provenienti principalmente dal Nord Italia, ma, almeno in un caso, anche da Roma, sono stati fermati in Germania con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione illegale. La notizia, rivelata stamattina da alcuni giornali locali veneti, trova conferma al Consolato Italiano di Monaco di Baviera, da cui spiegano che “non è un problema che riguarda nessuna particolare città”. I primi episodi sono avvenuti l’anno scorso, ma il caso è emerso solo in questi giorni. La difesa, però, si giustifica: “Non c’è obbligo di controllare l’identità. Se il cliente paga ed è presentabile nessuna legge ci impone la verifica”
(unicataxi.it)
La denuncia del Consolato Italiano di Monaco di Baviera. “Ci sono state varie decine di fermi, non tutti concentrarti in questo periodo ma diffusi negli ultimi mesi, a partire dall’anno scorso: si tratta di persone che, spesso in buona fede, hanno accettato di accompagnare in autovettura delle persone che non erano residenti in Italia e quindi non si potevano avvalere del sistema di Schengen”, dicono dalla rappresentanza consolare, specificando che “non sempre c’è un’autorizzazione a procedere e quindi un’imputazione, ma spesso c’è”.
Informare i cittadini italiani: è reato accompagnare extracomunitari all’estero. Proprio per questo “occorre informare le persone perchè sappiano che è un reato accompagnare degli extracomunitari che non sono ancora residenti in Italia, come ad esempio dei rifugiati che abbiano richiesto il diritto d’asilo”. In ogni caso il Consolato, che “sta dando tutta l’assistenza possibile”, fermo restando che le persone si devono difendere singolarmente con un avvocato, sta facendo “un’indagine” su un fenomeno che riguarda “varie decine” di persone, verosimilmente attorno alle 50-60.
Si tratta, spiegano da Monaco di Baviera, “quasi sempre individui in buona fede”. “Non abbiamo notizia di organizzazioni che lo facciano come scopo industriale e c’è quindi una grande differenza con uno scafista: in quei casi si tratta quasi sempre di organizzazioni, qui stiamo parlando di singole persone”. (AGI)