La spasmodica attesa è conclusa, il Pontefice ha spiazzato l’intero web ed ha sparato il suo primo tweet alle 11.28 invece delle 12.12 come le leggende metropolitane auspicavano.
Il momento è storico e va immortalato: catturo la pagina ufficiale di @Pontifex e la conservo sulla mia calda e sicura nuvoletta.
Il dodici dicembre del 2062, esattamente fra cinquant’anni, quando si festeggerà l’anniversario del primo tweet del Santo Padre, mostrerò l’immagine ai miei pronipoti: seduto sulla sedia a dondolo vicino al camino che arde, con una pesante coperta sulle deboli gambe, sorriderò con quei pochi denti superstiti e – con un filo di voce – farfuglierò: «io c’ero!».
Messe da parte le opportune considerazioni personali, il diritto di cronaca mi impone di riportare anche gli altri tweet pubblicati da personalità vicine al Papa e sfuggite ai cronisti di mezzo mondo concentrati totalmente sull’account di Benedict XVI. Proprio in questi momenti, difatti, è in atto una violenta guerra mediatica a colpi di tweet, retweet, hashtag, aggiunta ai preferiti, follower e following.
Il mondo politico italiano è in subbuglio: il Governo pone la fiducia sul decreto “Pontifex”. Un fiume di danaro pubblico è pronto a rimpinguare le casse degli istituti privati e paritari. Serviranno ad installare una lavagna multimediale in ogni classe in modo che gli studenti possano leggere i tweet del Papa in tempo reale. Le opposizioni – sempre attente alle esigenze della scuola pubblica – insorgono: chiedono di verificare se il benedetto primo tweet abbia rispettato i 140caratteri imposti dal famoso social network.
Il maggiordomo personale del Pontefice, anch’egli presente su Twitter, cinguetta subdolo «Pontifex ha digitato il tweet da un vecchio computer nei sotterranei segreti del Vaticano» ponendo un serio problema di performance e connettività alla Rete. Dopo pochi istanti, l’inviperito segretario del Vaticano, replica: «la batteria dello smartphone di Pontifex era scarica, tranquillizziamo tutti: il cellulare è ora sotto carica». Segue una precisazione dell‘Opus Dei, la potente istituzione della Chiesa Cattolica: «Pontifex non è un nostro follower, si ponga fine a questa ingiustizia». La Santa Sede, sempre attenta alle problematiche ecologiste, rassicura gli attivisti: «il primo tweet di Pontifex è a basso impatto ambientale» e per non scontentare i soliti fissati: «il tweet di Pontifex non fa uso di conservanti e sostanze cancerogene».
Infine, l’addetto stampa lancia un nuovo tweet, chiaro messaggio per la potente lobby delle multinazionali del settore: «Pontifex desidera utilizzare l’ultimo tablet che gli assicuri la connessione ovunque Egli sia».
In questo marasma generale, giungono segnali distensivi dal mondo arabo: i più importanti ayatollah hanno ritwittato il messaggio del Papa ed il mondo islamico sembra apprezzare.
Amen.
MMo