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Port Said reload

Creato il 04 maggio 2012 da Baraem
Da Sabato scorso le strade di Abasseya, quartiere a est del Cairo, si sono bagnate di sangue.
30 vittime non ufficiali e piu' di 100 feriti, e' quanto il Ministero della Sanita' egiziano e gli ospedali di campo hanno dichiarato a proposito degli scontri.
Ma cosa e' relamente successo ancora non e' chiaro, anche se l'ombra dei baltagheya (i famosi delinquenti-teppisti-mercenari egiziani) e' ben visibile insieme a quella di Abou Ismail.
Ma cominciamo dal principio.
Come vi avevo gia' detto QUI, i sostenitori dell'ex candidato presidenziale Abou Ismail non avevao accettato l'uscita del leader dalla possibile presidenza e gia' da fine Aprile avevano cominciato a manifestare ad oltranza il loro disappunto.
Il sit in pacifico di queste persone, (molte di esse presenti perche' pagate, come aevamo detto QUI) era iniziato difronte la commissione elettorale egiziana a Heliopolis.
I scontri invece si sono svolti a Abasseya, in un altro quartiere, difronte il Ministero della Difesa.
I manifestanti infatti si erano trasferiti li, a parer generale senza un reale e giustificato motivo, accompagnati in piu' da alcuni dei ragazzi del Movimento del 25 Gennaio.
E li sono stati attaccati.
Sembra che un gruppo di persone armate abbia cominciato ad aggredire i manifestanti con armi quali molotov, coltelli,  pietre ed armi da fuoco.
Testimoni oculari hanno raccontato che i baltagheya sono entrati nel sit in all'improvviso ed hanno sparato a caso, anche tra gente che dormiva, hanno rincorso, accoltellato e sgozzato due persone che, in preda al panico cercavano di scappare. 
I manifestanti hanno provato a difendersi, sembra che alcuni di loro fossero armati e che molti di essi avessero nelle tende delle armi bianche.
La ferocia e brutalita' di quest'ennesimo ed ingiustificato massacro, mi riporta con la memoria a Port Said (ne parlammo QUI), quando tifosi furono selavaggiamente uccisi e rincorsi, gettati dai palchi e sgozzati, il tutto difronte l'impassibile polizia.
Come allora, anche adesso la polizia e' rimasta impassibile ed e' intervenuto l'esercito per fermare gli scontri. Ma dopo quando? Quanto si e' aspettato prima di intervenire?
E come allora, persone innocenti sono state uccise barbaramente.
Altre morti, altre vite interrotte senza una ragione, se non l'interesse.
Domani Piazza Tahrir sara' di nuovo piena, e, purtroppo, le richieste della protesta non sono solo la giustizia per le inspiegabili morti ma la caduta del regime militare.
La mifestazione di domani e' stata infatti invocata dai partiti islamici.
Ora che la terra trema sotto i loro piedi, ora che sentono lontana la presidenza, ora piu' che mai, il partito Nour ed il gruppo dei Fratelli (non) Mussulmani reclama la folla e spinge alla rivolta.
A 20 giorni dalle elezioni presidenziali si richiede la caduta del regime militare. 
Ora??? Con che logica e con quale interesse ORA la Giunta Militare dovrebbe andare via?
La destabilizzazione e' l'unico motivo che spinge in un momento cruciale, queste persone alla lotta contro gli ex alleati.
Diceva Abou Ismail, prima di essere espulso definitavamente dalle elezioni:
"Se non partecipero' alle presidenziali sgorghera' del sangue".
Ancora una volta, l'ennesima, le lacrime delle madri egiziane riempiono l'ossigeno di questa citta'.
Port Said reload

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