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Porte girevoli

Creato il 03 ottobre 2013 da Giuseppe Lombardo @giuslom
Mi dimetto. Anzi, non mi dimetto più”. Era uno dei leitmotiv del Bagaglino di Pingitore all’epoca della Prima Repubblica. La frase veniva attribuita al Picconatore per eccellenza, il presidente Cossiga, il quale – influenzato dalla meteoropatia – annunciava dimissioni a targhe alterne, secondo le circostanze. Tu lo pungolavi nell’orgoglio, lui lasciava. Poi qualcuno lo rasserenava e improvvisamente rinsaviva. Bontà sua, un dilettante.Il pietoso balletto andato in onda ieri al Senato ha oltrepassato il confine del buongusto, per giungere a vette d’inimmaginabile squallore. Uno Stato intero aggrappato alle bugie di un pregiudicato, peraltro privo del polso della situazione. Un paese alla berlina dei media internazionali, pronti a ridere di gusto innanzi al circo messo su dagli italoforzuti. E lo spread che ondeggiava fra Capezzone e Brunetta. “Si sono dimessi tutti”, battevano le agenzie. Come no. Parlamentari e ministri erano pronti alla campagna elettorale, salvo poi rientrare dalla porta di servizio, con lo sguardo truce ed il capo cosparso di cenere. Dai, su, abbiamo scherzato, sembrava dire Verdini con l’aria innocente della vergine di periferia.
La sfiducia votata all’unanimità è diventata cieca fede nel processo di pacificazione nazionale, un plauso alle larghe intese che cela in un sol colpo l’auto-rottamazione del Pdl, l’implosione della teocrazia carismatica nella destra, il parricidio non già come mezzo bensì come fine. Nitto Palma, Bondi e pochi altri hanno ripudiato la logica del centralismo democratico. Per dire: gli intellettuali del gruppo (sic). Il Pd, frattanto, emarginato dalla vita politica nazionale pur esprimendo la Presidenza del Consiglio, ha assistito impotentemente al can candei berlusconiani in libera uscita. Alfano, l’uomo ad personam, è diventato l’eroe della Mancia. Quagliariello interpretava Savonarola. Cicchitto era il milite noto.  Formigoni, l’amico di Daccò, una volta riposte le creme per il viso comprate a spese dei contribuenti lombardi, si è trasformato nel De Gasperi dei giorni nostri, leggermente più kitsch. Ma sì, volemose bene, stringiamoci a corte e pazienza se l’elmo di Scipio lo abbiamo impegnato al Monte di Pietà. Ogni Repubblica ha le sue miserie: quella delle banane pullula di bucce.G.L.Porte girevoli

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