“Per far bene bisogna necessariamente partire dalla società: stiamo attuando una vera e propria rivoluzione nell’assetto societario, aprendo così un nuovo ciclo che ci consenta di allineare la squadra al blasone della città e ai successi che la stessa persegue da dieci anni a questa parte nei più svariati ambiti”. Dalle parole del direttore porticese Lorenzo Ragosta traspare chiaramente lo spirito d’appartenenza, l’aspirazione a nuovi e più ambiziosi obiettivi. È in quest’ottica che il risultato di questa stagione rappresenta un ulteriore step nella crescita del calcio a Portici: “Il piazzamento di quest’anno rappresenta la sintesi perfetta fra l’iniziale lavoro di mister Lepre – che ha pagato le tensioni all’interno della società – e l’eccellente proseguimento di mister Tarantino, il quale pur se condizionato dai rigurgiti della crisi dei mesi precedenti, si è dimostrato abile nel gestire il gruppo e pienamente all’altezza di una grande”.
Nelle parole di Ragosta il sesto posto finale acquisisce valore ancor maggiore se rapportato alla giovane età media dell’organico allestito: “Ciò che ci portiamo a casa quest’anno in termini di risultati è sensazionale, ancor di più se ricordiamo che al netto di giocatori di grande esperienza l’ossatura della squadra era molto giovane. Il ds Panico è stato eccezionale nell’allestire e curare un gruppo di grande qualità, costituito da un sapiente mix di porticesi e “stranieri”, di giovani e veterani. Tra i nostri ragazzi vorrei citare il trio d’attacco costituito da Foggia, Murolo e Scielzo, i quali a dispetto di un’età media di circa vent’anni hanno collezionato una trentina di marcature fondamentali nel nostro percorso. E’ su questa linea che si deve proseguire”.
Con il discorso proiettato ormai sulle sfide del futuro, si manifesta con chiarezza l’intenzione di proseguire con il radicamento della squadra azzurra in città quale precondizione per ambire a successi più importanti: “In Eccellenza e Promozione le squadre necessitano di identificarsi con la propria realtà di riferimento, altrimenti ogni progetto è destinato a fallire: fare calcio è sempre più difficile e dispendioso, e le difficoltà di tante società – anche storiche – sono lì a testimoniarlo. Emerge con sempre maggior forza il grido di dolore di direttori onesti e capaci, oltre che di giocatori degni di palcoscenici prestigiosi, ma solo le società sane (e sono sempre meno) possono garantire il rispetto della professionalità di ognuno. Uno dei nostri principali motivi di vanto è proprio quello di aver sempre onorato – come anche quest’anno – gli impegni assunti sino al termine della stagione”. Quanto ai movimenti di mercato, in casa Portici bocche cucite: “Tanto per la panchina quanto per il parco giocatori alcuni contatti sono già stati avviati, ma in questo momento siamo concentrati sulla definizione dell’assetto societario. Solo dopo questo passaggio potremo ufficializzare il nome del nuovo tecnico e costruire con lui la squadra del prossimo anno”.
FONTE: Ufficio Stampa ASD Portici, Luca Espinosa