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Portogallo on the road - ancora Lisboa

Creato il 10 luglio 2014 da Verdeacqua @verde_acqua
Portogallo on the road - ancora Lisboa
Ecco la Lisbona parte seconda (qui la prima):Perdonate, il dono della sintesi non mi appartiene. Figuriamoci quando si tratta di foto.
Portogallo on the road - ancora Lisboa
L'ultimo giorno ha sempre un sapore strano. Che si deve gustare tutto, fino all'ultima goccia. Ci tornerò, questo lo so, ma chissà quando e chissà come sarò.E poi era l'ultimo giorno pieno a Lisbona ma di fronte avevo ancora tanto e tanto viaggio.Dopo una colazione a suon di brioches portoghesi che sono almeno il doppio delle nostre e molto ma molto più ripiene di crema, un leite com chocolate per il piccolo ormai grande e un caffè (finalmente ho trovato un paese estero che sa come si fa un espresso), ci incamminiamo alla volta del quartiere Belem.
Dormivamo in un delizioso appartamento con due camere nel cuore dell'Alfama trovato su Airbnb (già a Zagabria lo scorso anno avevamo fatto così e sono sempre più convinta che sia un modo perfetto per viaggiare con bambini - ma non solo - e un budget limitato), per cui ci siamo inoltrati nel labirinto di vie colorate per raggiungere Placa do Comercio, proprio lì dove sembrano incontrarsi Oceano e acqua dolce e da cui partono i tram per Belem. Sono tram più moderni del mitico 28 e impiegano una quindicina di minuti, un tragitto perfetto per ammirare tutta quella Lisbona che purtroppo non abbiamo il tempo di vedere con calma.
Portogallo on the road - ancora Lisboa
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Arrivati si scende di fronte all'imponente Monastero dos Jeronimos però ascoltate me, riempite la pancia prima degli occhi e andate dritti alla famosissima Pasteleria de Belem. Le sue pastela de nata (cestini di sfoglia croccante ripieni di crema) sono davvero la fine del mondo come dicono. Cercate anche di farvi scappare una pipì, non tanto perchè meritino i bagni ma perchè per arrivarvi dovrete attraversare tutte le stanzette, e sono davvero tante, della pasticceria, piene di piastrelle blu e tavolini affollati. Mai entrando penseresti di essere in un posto così grande. Si può anche spiare l'enorme cucina e così dopo la pipì mi è venuta voglia di un'altra pastela de nata e panza ha ringraziato.
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Pancia piena e siamo pronti per la parte culturale. Il monastero era pieno di turisti ma la luce era davvero splendida. E Lui, quello piccolo, come ogni volta che si entra in un luogo sacro (o pieno di cose scintillanti) parte a scattare fotografie. Per poi scoprire che con il flash tutto ciò che è oro appare brillante, ma se non c'è oro non è che il flash trasformi il soggetto delle tue foto in qualcosa di dorato. Ci sono voluti molti e molti scatti per farglielo capire, ma questi ve li risparmio.
Portogallo on the road - ancora Lisboa
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Proprio di fronte al monastero c'è il Centro Cultural De Belem che ospita la Collezione Berardo, una bella e ampia esposizione di arte moderna e contemporanea (due piani suddivisi in 1900-1960 e 1960-2010). Niente di pazzesco devo essere onesta, ci sono i soliti noti che è sempre un piacere vedere e poi è gratuito. E sapete bene quanto ami l'arte gratis.
Portogallo on the road - ancora Lisboa
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E poi sei a Belem vuoi non andare a vedere la famosa Torre? E quindi ti incammini e cammini e cammini (sembra vicina e invece non lo è o forse avevo solo mangiato un pò troppi pasticcini) lasciandoti dietro il Monumento alle Scoperte e i pescatori. Ci arrivi, c'è gente, hai fame di nuovo e così nemmeno entri e torni verso quella Lisbona che ti piace di più.
Portogallo on the road - ancora Lisboa
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Per la precisione lei mi aveva consigliato, da vera lisbonese, di pranzare al Mercato di Ribera, e così abbiamo fatto. Come mi piacciono questi posti, un pò cosmopoliti ma pieni di personalità, mille piccoli ristorantini, tu scegli il tuo e vai a sederti dove ti pare. Il problema è sempre lo stesso: cosa scegliere?! E quindi nel dubbio ne abbiamo provati un paio (anzi per la precisione tre).
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Fuori dal mercaro parte L'Ascensor da Bica, altra piccola giostra, il cui giro dura poco più di due minuti ma si risparmia una salita che con figlio e panza sarebbe stata davvero tosta. 
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Scesi ci siamo immersi nel quartiere Chiado, molto più moderno, commerciale e sempre bellissimo. Catene di negozi uguali ovunque nel mondo che si mescolano benissimo con vecchie caffetterie e negozi di scatole di sardine colorate, enoteche e case tappezzate di azulejos colorati.
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Cosa mangiare per cena? Sardine alla griglia ovviamente.
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La mattina dopo siamo andati a prenderci la macchina e prima di partire ci siamo concessi un altro pò. Nessuno se ne voleva andare, anche se la meta era l'Oceano.Così siamo andati a vedere la Fiera da Ladra, un mercato dell'usato con di tutto e di più ai piedi del Pantheon lisbonese dove fotografare diventa davvero divertente.
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Ovviamente, dopo aver comprato una macchinina al povero bambino che non ne ha di così belle, è venuta fame e così andiamo a goderci la vista dal miraduro da Senhora do Monte da cui ci si gode un'ottima vista del Castelo Sao Jorge, mi faccio pungere da una vespa e raggiungiamo poi proprio il belvedere di Graca mangiando da dio in una delle due tasca che si trovano sulla piazza di fianco a Villa Sousa. 

Portogallo on the road - ancora Lisboa


Portogallo on the road - ancora Lisboa
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Il pomeriggio è stato tutto per quel piccoletto che per tre giorni ha camminato su e giù, fotografato, un pò protestato ma molto meno di quello che pensassi, che ha retto perfettamente il nostro ritmo, che ha mangiato batatas fritas in grandi quantità (anche se ovunque ci sedessimo per mangiare lui chiedeva bigoli al ragù). E così siamo andati nella parte nuova di Lisbona, quella costruita per l'Expo del 1998, il Parque das Nacoes. Oltre a palazzoni futuristici e la bellissima stazione progettata da Calatrava c'è l'oceanario e il Pavilhao do Conhecimento ovvero un Museo della Scienza, molto simile alla Città dei Ragazzi di Genova. Per fortuna (non amo i pesci in gabbia come non amo i leoni allo zoo) tra le due cose il piccoletto ha scelto la seconda e dopo aver assistito a dei mostri di bravura che si sfidavano risolvendo il cubo di Rubik bendati e in una manciata di minuti lui se l'è spassata. Ha costruito una casa con mattoni di gommapiuma, spingendo carrucole e muovendo gru, ha pedalato su di una bici sospesa su un filo, ha camminato come se fosse stato sulla luna, ha giocato con ombre colorate e bolle giganti. E poi c'è l'area dove fai e devo dire che era piena di spunti colorati e divertenti, potevi costruirti un paio di sandali oppure costruire una mongolfiera da far volare in un tubo usando solo carta, cannucce e bicchieri di plastica. Spiegavano come fare, altrimenti io sarei ancora lì.
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Risaliti in macchina siamo partiti alla volta dell'Oceano. E vi racconterò anche questa.
Obrigada Lisboa.

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