Da qualche mese sto lavorando su un progetto di mental training per personale militare e civile impiegato in zone di guerra e ovviamente l’idea di un articolo per il sito su questo argomento gira da tempo nella mia testa.
Poi ho letto il bellissimo articolo di Giuse in cui parla dell’allenamento dei Navy Seals. Ah quando si parla di coincidenze! Quell’articolo mi ha riportato indietro di 20 anni e mi ha fatto fare molte riflessioni.
Il mondo militare insegna tanto sulla vita e non è un caso che, dai tempi più lontani, la leva obbligatoria fosse considerata, più che un contributo allo Stato, un modo per “forgiare i cittadini”.
La cosa più importante per un combattente, è la capacità di gestire e mantenere uno stato d’animo potenziante di fronte a fatica, difficoltà, dolore, ecc.
Questo atteggiamento è il presupposto per lo sviluppo del coraggio. Puoi vedere in merito un mio precedente articolo su questo argomento.
E quali sono le leve basiche dell’addestramento militare?
- Fisiologia: una cura maniacale di posture, portamento, gesti, ecc
- Linguaggio: il militare per definizione parla con voce energica, utilizza un metamodello di precisione e si esprime in positivo
- Credenze: spirito di corpo, canti, nomi delle unità, tutto è fatto per rafforzare credenze potenzianti.
Il mondo militare è una miniera di esperienze e di metafore molto utili per superare i nostri presunti limiti.
Gli istruttori militari dei raparti d’èlite, come i Navy Seals citati da Giuse, da sempre conoscono molto bene il funzionamento della mente umana e, soprattutto negli ultimi decenni, dedicano grande attenzione proprio alla parte mentale.
Se ci pensi bene, tralasciando ogni considerazione ideologica e politica, un militare che opera in uno scenario quale l’Afganistan, l’Irak o simili, è una persona che si confronta con le proprie paure e con lo stato d’animo in condizioni estreme.
E dal punto di vista mentale ha molto in comune con uno sportivo che affronta una prova mondiale o olimpionica, con un businessman che sta lanciando un’operazione ad alto rischio o con un genitore che affronta una fase delicata con il proprio figlio.
Ciò che fa la differenza tra vincere o perdere è la capacità mentale di gestire lo stress.
Una componente mentale molto importante e potente è il DIALOGO INTERIORE.
Quello che ti dici, che ti ripeti determinerà il livello di risorse che attiverai per affrontare la sfida, e di conseguenza la qualità delle tua azioni e quindi dei tuoi risultati.
Più alta è la sfida, più grandi sono le paure che stai affrontando, e più determinante è ciò che ti dici e ti ripeti mentalmente.
E il dialogo interno impatta su due livelli:
a) nell’immediato sullo stato d’animo. Il potere della parola di evocare emozioni è immediato. Prova a ripeterti mentalmente cinque o sei volte, con piena concentrazione la parola AMORE o la parola CORAGGIO e nota quanto quello stato si diffonde fisicamente in tutto il tuo corpo.
b) nel medio e lungo periodo sulle credenze. Due parametri determinanti per la programmazione mentale sono la ripetizione e il picco emozionale. Immagina di abituarti a ripeterti frasi potenzianti di fronte ad una sfida. E di farlo ogni volta che ti alleni per affrontare quella sfida. Col tempo le tue credenze saranno sempre più funzionali a poter affrontare le prove sfruttando al meglio le tue risorse.
I Royal Marines inglesi ne hanno fatto addirittura il punto focale della campagna di arruolamento con lo slogan “Royal Marines Commando: It’s a state of mind”
Noi diventiamo ciò che ci ripetiamo continuamente.
Le persone di successo non sono necessariamente le migliori tecnicamente o le più competenti, ma quelle che hanno credenze potenzianti, fede nel raggiungimento del risultato e capacità di ristrutturare automaticamente ogni avversità a proprio vantaggio.
Esattamente come il militare del video, addestrato a ripetersi che il freddo è buono, che lo mantiene sveglio, focalizzato e vivo. E ripetendosi questo trae proprio dal freddo la forza, l’energia e le risorse di cui ha bisogno per sopravvivere.
E’ un esercizio molto potente di autoipnosi.
Spesso la mente è abituata ad attaccarsi alle difficoltà esterne (il freddo, la fatica, la forza dell’avversario, la crisi economica) per trovare delle scuse per arrendersi.
Questo schema mentale è pericolosissimo e prima o poi porta al fallimento. Con la forza di volontà puoi importi di andare avanti, ma questo comporta un enorme consumo di energie e può solo posticipare il momento della resa.
Al contrario, quando riesci a ristrutturare l’esperienza negativa, il freddo ti aiuta ad essere lucido, la fatica ti porta ad accedere alle riserve speciali di superenergia (quando ad es nella corsa si “rompe il fiato”), la forza dell’avversario può giocare a tuo vantaggio e la crisi economica ti offre incredibili opportunità.
E questa capacità dipende principalmente dal tuo dialogo interno, dalla tua capacità di dirti le cose in modo “intelligente”, vale a dire funzionale al risultato che vuoi ottenere.
Che poi si tratti di vincere una gara o sopravvivere in condizioni fisiche estreme, lo schema mentale è il medesimo.
E la cosa bella è che il potere del dialogo interno è allenabile ogni giorno, di fronte ad ogni situazione.
Per rimanere in tema con il video che hai visto ti propongo un esercizio simpatico.
Quando fai la doccia prova ad abbassare la temperatura dell’acqua, dicendoti quanto è fredda, fino al punto in cui dici “basta”, poi torna alla normale temperatura. Dopodichè fai un profondo respiro e comincia a darti comandi potenzianti tipo “il freddo mi porta energia, l’acqua gelata tonifica i miei muscoli e rende lucida la mia mente, mi guarisce e sento energia e calore svilupparsi dentro di me.”
E nota quanto resisti e soprattutto come ti senti. Quanto quella stessa acqua che prima ti faceva tremare ora ti sta caricando.
Il dialogo interno ti porta a superare quelli che credevi essere i tuoi limiti.
Il dialogo interno ti porta ad esprimere il tuo potenziale di eccellenza.
Buon lavoro.
Di Federico Fogliano