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Pranzo tra colleghi

Creato il 03 aprile 2012 da Controcornice
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Pranzo tra colleghi

Posted on 3 aprile 2012 by Pranzo tra colleghi

Come tutti i giorni trascorsi al lavoro, è arrivato il momento della pausa pranzo. UnPranzo tra colleghi piccolo intervallo dedicato al relax ed alle chiacchiere tra colleghi.  Oggi, ahimé, erano tutti uomini tranne me.

Quindi, come potete immaginare, la conversazione ha subito toccato i temi classici: qualche goliardica presa in giro, un po’ di commenti calcistici, l’organizzazione della prossima partita di calcetto ed infine le donne. Anzi, mi correggo: le relazioni con le donne.  A scatenare il dibattito ci ha pensato uno di loro annunciando che suo fratello, noto latin lover e sciupa femmine, si era lasciato.

L’ultima sua fiamma, con la quale tra l’altro conviveva, considerandola all’apice dell’innamoramento “quella giusta”, si era invece spenta inesorabilmente! La notizia ha dato il via ad una serie di commenti sul comportamento di queste donne, che aspirano ad una sistemazione, con un buon partito (il rampollo in questione a quanto ne so guadagna bene) e che, quando palesano questa intenzione, provocano l’effetto contrario, facendo fuggire a gambe levate il malcapitato.

Non dico che queste cose non possano succedere, se ne sentono davvero di tutti i colori. Ma in questo caso specifico mi sono sentita in dovere di ricordare che, in tutti questo racconto non si faceva menzione della chiara immaturità del soggetto in questione, che di fronte ad un rapporto che sembra convergere verso qualcosa di serio, trova ogni scusa per mollare.

Mi è sembrato però  che questo punto fosse un particolare irrilevante. Infondo che l’uomo sia un po’ bambino è “normale”. Quella che non si perdona è l’immaturità femminile. La donne della coppia deve essere seria, posata, modesta e non deve assolutamente mirare ai soldi! Altrimenti è una poco di buono, come d’altronde hanno appellato la ex fiamma del fratello del collega. Più clichè di così si muore!

Eppure quasi tutti i giorni la mia pausa pranzo è accompagnata da simili disquisizioni, alle quali spesso non prendo parte ma che mi tocca ascoltare. Prendo così sempre più coscienza di quanta strada ancora c’è da percorrere. Perché i protagonisti di queste profonde riflessioni non sono ragazzini, ma potenziali padri di famiglia (anzi qualcuno di loro lo è già). 

Persone adulte almeno anagraficamente parlando. Non riesco a immaginare un rapporto sentimentale equilibrato che si basa su presupposti così squilibrati e dove si prevede che sia sempre la donna a farsi carico del “buon senso” in modo da  consentire a lui di usare le proprie scorte di “serietà” sul lavoro e poi tornare bambino al rientro a casa.

Sento dire tutti i giorni che le donne sono esigenti, che rompono,  che non va loro bene niente, che spendono troppo.

Sull’altro fronte invece le donne si lamentano di non essere capite, di avere a fianco un bambinone, di non avere aiuto nella gestione del quotidiano ecc…

Allora mi pare che un problema ci sia davvero e non è solo di comunicazione, come vorrebbe far credere John Gray, nel suo mondo popolato da Marziani e Venusiane. E’ un problema di maturità e presa di responsabilità  nei confronti di se stessi per primi, delle proprie scelte  e della persona che decidiamo di far entrare nella nostra vita, uomo o donna che sia.  La leggerezza che molti considerano un vanto alla fine può diventare insostenibile, come insegna Milan Kundera: quanti Thomas e quante Tereza ci sono in giro per il mondo?

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