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eccoci ora di fronte al simbolo dei prati stabili di Pasian di Prato, una secolare e maestosa farnia (Rôl, Quecus robur)
superstite di una specie che nei secoli scorsi popolava comunemente tutti i boschi dell’attuale Pianura Padana, conosciuta anche come rovere di Slavonia, ha un legno duro e resistente, utilizzato per mobili pregiati e botti da invecchiamento vini e liquori mentre le ghiande che produce venivano utilizzate per l’alimentazione suina. Si continua quindi con la poligala (?, Polygala nicaeensis'?), una pianta che negli animali stimola la produzione di latte, già incontrata nelle Gravee di seguito invece due piante che si potrebbero confondere tra loro, si tratta della silene alba (commestibile a destra della foto, già incontrata sia nelle Grave che nel Parco delle Risorgive, con foglie più pelose) e la saponaria (Savonàrìe, Saponaria officinalis), pianta tossica ma officinale, molto purgativa e diuretica le cui radici e foglie (lisce) venivano usate al posto del sapone o per rivitalizzare tessuti ai margini dei prati ecco ancora il colchico (tossico da non sottovalutare vedi articolo e qui)
passiamo quindi all’ eliantemo (Rose dal soreli, Helianthemum nummularium),
ed un fungo, si tratta della vescia ( Lycoperdon coelatum) commestibile e consumabile finchè è compatto, carnoso e bianco, può raggiungere anche notevoli dimensioni
ecco un’altra pianta molto comune, utilizzata sia come officinale che nella medicina popolare; è il sambuco (Saût, Sambucus nigra). I fiori si possono mangiare fritti con pastella oppure utilizzati per sciroppi dissetanti e digestivi da diluire in acqua, seccati sono invece utili nel caso di bronchiti, influenze ecc. per le qualità sudorifere. Con le bacche mature si possono ottenere sciroppi e marmellate con vitamina A e C, lassativi se usati in quantità, quelle seccate sono la base di molti tè alla frutta, un tempo utilizzate anche per tingere stoffe. Anche il legno è utilizzabile per manici di attrezzi agricoli. di seguito il frassino orniello (Vuâr, Fraxinus ornus), commestibile ed officinale, l’infuso di foglie è depurativo e lassativo, così come la manna, una linfa che si solidifica all’aria, ottenuta dall’incisione della corteccia Un altro arbusto è lo spincervino (Spin neri, Rhamnus cathartica), confondibile con il prugnolo ha rami spinosi; le bacche vengono utilizzate per infusi lassativi e diuretici, in passato di utilizzavano per tingere la lana di verde. Un’altra orchidea (Cocolutis verdis, Listera ovata) e lungo il sentiero che porta ai prati del Beato Bertrando, numerosi cespugli di evonimo (Barète di predi, Evonymus europaeus), tutta la pianta è tossica specie i frutti, che non essendo presenti cliccando qui (fonte Actaplantarum) si possono facilmente riconoscere. continua…
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