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Preadolescenti sotto l’ombrellone: tra cruciverba e anoressia

Da Jessi
preadolescenti anoressia

Al mare

Sotto l’ombrellone vicino al nostro stanno chiacchierando due amichette, una di prima una di quarta elementare- sì, in effetti, gli ombrelloni sono un po’ troppo vicini ma la spiaggetta non consente altrimenti, per questo appena possibile ci rifugiamo sulla terrazza.

Il panorama è splendido, tanti bambini si conoscono, alcuni raccolgono sassi colorati sulla riva, altri cercano granchi sugli scogli. Ma nel caldo del dopo pranzo, le due amichette preferiscono restare all’ombra e parlare tra loro, tenendo in mano, per compagnia, un lapis e una rivista di cruciverba per piccoli.

Cerco di leggere, ma vengo distratta dalle loro parole: “Tu si che sei alta!” “Si un po’.. Ma allora Lisa? Ha la mia età ed è già 1.65! E poi, lei è magrissima!”

Subisco lo shock di chi ha conosciuto l’anoressia di persona, ma aveva almeno l’alibi di essere adolescente. Queste bambine non fanno un’adolescente nemmeno in due!

Quante volte cambierà il loro corpo? La più alta della mia classe delle elementari è rimasta a quell’altezza. Il più grasso dei miei compagni delle medie alle superiori aveva già distribuito lo stesso peso sul doppio dell’altezza. Questo sembra che nessuno lo abbia detto alle due bimbe, che hanno nel tono la definitezza e lo sgomento dei discorsi di certi adulti rassegnati. E con questo tono continuano, finché non passa il nonno della più piccola e le porta a fare una passeggiata verso il moletto.

Poco dopo le mie letture si interrompono di nuovo quando sento due dei loro genitori fare più o meno gli stessi discorsi: “Lei è fatta bene… Sarà alta e più magra l’una, più bassa l’altra…”

Insieme ai discorsi sui cellulari, le tariffe e il numero di amici sui Social, questi sono i discorsi da ombrellone che più mi danno da pensare. Qui c’è un panorama mozzafiato, profumo di macchia mediterranea, ombre bianche di sale sulla pelle… Eppure i discorsi da ombrellone sono colonizzati dalle stesse aride scene dell’apparire come qualcuno dice sia giusto apparire. Mi sembrerebbe più proficuo, invece, ricevere stimoli e leggere discussioni su come potremmo voler essere. Come persone, intendo, non ‘di persona’.

Il ruolo dei media e della società in genere sui disturbi alimentari è ormai noto. Non si parla abbastanza, invece, secondo me, di quanto con i nostri discorsi rafforziamo quotidianamente, quasi senza rendecerne conto, queste tematiche. A volte contraddicendo, con queste pratiche e usi, anche le nostre convinzioni e gli insegnamenti che diamo in modo più esplicito.

La mia personale battaglia contro il cibo si è conclusa quando ho iniziato a nutrire in pancia la mia bambina e ho deciso cosa vorrei che fosse il cibo per lei e quindi anche per me. Il secondo passo l’ho fatto decidendo di non parlare di come siamo fatti: avete presenti quei discorsi sopratutto tra donne, amiche o familiari, del tipo: ‘Ah sei ingrassata! Sei dimagrita! Sei più così! Sei più cosà!’ Ecco, questi discorsi li ho abbandonati. Cosa faccio quando li ricevo? Non rispondo, e credo che mi venga fuori una specie di smorfia del tipo, ‘Ebbè??’

Personalmente, dicevo, li ho abbandonati, non li uso. Primo motivo: perché non li capisco. In sé, dire che qualcuno è ingrassato o dimagrito è un complimento o un offesa? Davvero, questo non lo capisco. Un’amica (si dice sempre così, vero?) aveva una gravidanza a rischio di cui non aveva parlato a nessuno e che poi è andata male… ‘Sei ingrassata!’ le dicevano prima con un po’ di rimprovero… o un velo di sospetto.

‘Come sei dimagrita!!’ le dicevano poi, come fosse un complimento… come possiamo sapere cosa sta dietro, dentro, un corpo? Ho il sospetto che questi discorsi, che nella nostra cultura ci scambiamo soprattutto tra donne, siano il residuo di un modo ancestrale di esercitare il controllo sul corpo delle donne, sui loro comportamenti e, in ultima analisi, sulle nascite. (Se conoscete delle letture al riguardo, mi piacerebbe approfondire il tema. Il sessismo viene spesso trattato a livello di lingua, ma non sempre di usi della lingua… avete suggerimenti?)

Un altro motivo: delle mie amiche, a me interessa che stiano bene, che siano felici e di questo mi curo, chiedendo: ‘Ti vedo bene, stai molto bene’ oppure, se è il caso, ‘Ti vedo stanca? Come stai?’

Non credo che ingrassare o dimagrire sia di per sè niente di significativo, come dicevo prima. Ci sono persone bellissime o bruttissime, indipendentemente dal loro peso. E persone felici o infelici, indipendentemente dal peso. E persone sane con dei chili in più o persone malate con chili in meno. Purtroppo, leggo che invece rischia di passare un’associazione semplicistica tra grasso/malato e magro/sano (anche di mente)/felice/realizzato. Probabilmente, chi crede a quest’associazione non ha avuto amici che subivano pressioni dall’alto per modificare il loro aspetto, oppure non è mai andato in una palestra dopo le 18 (dove vado io, l’atteggiamento ‘sano’ inizia alle 8 con il corso di yoga e finisce con l’orario di ufficio, quando iniziano il turno in palestra molti che ne sono ‘dipendenti’).

A questo riguardo, mi sono molto allarmata, qualche anno fa, ad un convegno internazionale di comunicazione sanitaria, quando ho sentito che in molti (Stati e Enti pubblici) spesso preferiscono veicolare i consigli della salute come tali, cioè dicendo esplicitamente che un certo cibo fa male al colesterolo o al diabete, per gli uomini. Per le donne, invece, dato che sono di solito più sensibili all’estetica, i consigli della salute passano spesso attraverso quelli sulla bellezza: ‘la vitamina T(ale) rende la pelle più luminosa o fa bene alla linea’. In questo modo si rischia però, a mio avviso, che chi non si interessa particolarmente alla linea, magari perché è in forma di suo o si piace così, si perda anche delle informazioni utili sulla salute. Ad esempio, non si va in palestra (solo) per essere belle, ma anche per avere un tono muscolare più forte che protegga le ossa e la schiena. Questo ce lo dicono? Non mi pare. La mia schiena, almeno, non l’ha saputo in tempo. Tralascio poi di prendere il discorso sul fatto che da noi, troppo spesso, i consigli della salute non solo non passano nemmeno attraverso quelli sulla bellezza, ma vengono direttamente lasciati al marketing dei vari prodotti commerciali. Così che a parlarci del colesterolo non è tanto l’informazione sanitaria ufficiale quanto piuttosto la pubblicità di un dato prodotto. Se conosciamo il colesterolo, in pratica, possiamo ringraziare, secondo me, qualche creativo con poca fantasia che si è affidato al messaggio salutista.

Rischio di andare fuori tema. Torno al terzo e ultimo motivo per cui evito i discorsi e le routine dei saluti sul corpo delle donne: non voglio passare a mia figlia questi schemi. Come ogni mamma, penso che mia figlia sia bellissima. Ma anche forte, simpatica, intelligente, fin troppo vivace, molto curiosa, coraggiosissima, un po’ viziata, un po’ teatrale, assai ‘fumina’.

preadolescenti anoressia

Vorrei che mia figlia crescesse consapevole di tutte le sue caratteristiche, e non solo concentrata sull’aspetto. Vorrei che crescesse interessandosi agli altri e non al loro aspetto. Vorrei che amasse il cibo sano e che rispettasse la sua salute e quella del nostro Mondo.

Vorrei che crescesse in armonia, che pensasse ai suoi muscoli come a ciò che la fa correre o le dà la forza per tenere in collo un bambino per tutta una notte. Vorrei che che pensasse alla sua pelle come ciò che le permette di percepire le carezze. Ai suoi capelli come a ciò che trattiene i profumi del vento. Alle sue mani come ad un mezzo per stare per mano agli altri e trasformare il mondo insieme a loro.

Forse a qualcuno potremo sembrare un po’ scortesi, perché se ci incontriamo non vi faremo complimenti sul vostro aspetto e non vi ringrazieremo se ce ne farete. Ma i nostri occhi cercheranno i vostri per trovare quello che per noi è la cosa più bella.

E voi… come vi ponete di fronte a questi temi? Avete affrontato questi temi con i vostri bambini? Come vi sembra che si pongano rispetto ai messaggi che ci vengono dai media sul corpo e l’apparire? A scuola se ne parla?

Sullo stesso tema, ho trovato utili:

Anoressia Mentale Infantile ed Alimentazione. Come imparare a conoscere i primi segnali dell’anoressia nei bambini.

Adolescenza e Comportamento Alimentare

Baby modelle, quando le bambine sono burattini dei genitori

Il corpo che ho, il corpo che sono

La lingua sessista


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