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Preparativi

Creato il 11 agosto 2013 da Unarosaverde

Sono in vacanza da venerdi scorso. L’ultima settimana, a ranghi ridotti ma serrati, è stata una di quelle da percorrere a denti stretti, senza distrazioni, fino in fondo, per terminare bene le conte inventariali.  La sera ho festeggiato con una fiorentina enorme cotta sulla carbonella, pomodori freschi, birra bianca e gelato artigianale: meraviglia. Fino a mercoledì sono perciò proprietaria di ore mie, da dedicare a tutte quelle cose che, durante l’anno, non ho mai il tempo o l’energia sufficienti per affrontare: anche in questo caso, denti stretti e immersione totale.

Giovedi parto: un paio di voli verso il Canada. In terre a dir poco freschine mi aspetto scoperte e giorni dedicati a riempirmi gli occhi e la memoria di nuovi ricordi. La valigia è praticamente pronta: mancano giusto le ultime cose. E’ tutto tranne che minimalista, questa volta: grande e piena. Ci ho infilato il risultato della  pulizia annuale di cassetti e armadi: verranno con me magliette, maglioncini di cotone, jeans, mutande e calzini che saranno disseminati là, come le tracce di Pollicino. Non torneranno, sono stati indossati abbastanza a lungo da renderli scoloriti e sformati, non dovrò fare grandi bucati al ritorno. Io invece spero di tornare.

Dico spero perché, con il passare degli anni, all’eccitazione per il viaggio e alla voglia legata alla partenza, sento che sale dal basso una vocina che mi ricorda che sono creatura precarie, legata ai capricci del destino. Forse sto invecchiando anche io, come i vestiti e le mutande.  La vocina  non è ancora abbastanza forte per farmi desistere da questo e dai prossimi progetti di partenze: troppo grande è la curiosità che mi spinge verso quello che non conosco, verso terre immaginate nel mondo dei libri e che vorrei assumessero la loro fisionomia reale, che si incastrassero tra la fantasia e la realtà per dare struttura ad anni di sogni.

Però lascio a casa, in bella vista, il numero delle polizze assicurative, l’itinerario di viaggio e i recapiti telefonici nelle varie tappe previste. Non si sa mai. Lascio anche l’ordine nelle stanze: al rientro, avrò solo un fine settimana ancora mio che sarà dedicato, per quanto possibile, all’ozio più vergognoso. Poi ricominceranno subito i giorni dell’ufficio con i loro implacabili e rigidi  ritmi e una trasferta a Madrid sarà subito lì, dietro l’angolo di settembre che, visto da qui, è comunque ancora molto lontano.

Buona domenica a tutti.


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