L’outsider di queste prime schermaglie sulla presidenza della Repubblica ha un nome ed è quello di Sergio Chiamparino.
Nato a Moncalieri, classe 1948, laureato in Scienze Politiche e ricercatore fino al 1975, ha iniziato la sua attività politica come capogruppo del PCI presso il comune in cui è nato, per poi passare di grado in grado fino alla segreteria regionale della CGIL, (1989-91), la segreteria provinciale del PDS (1991-95) e l’elezione a deputato nel 1996 nelle liste dei Democratici di Sinistra – l’Ulivo.
Il suo lungo periodo di sindaco di Torino inizia nel 2001, quando deve sostituire il candidato sindaco alle comunali Domenico Carpanini, morto improvvisamente durante un dibattito. Nonostante il poco tempo a disposizione Chiamparino riesce a vincere al ballottaggio con il 52,8% dei voti.
Il secondo mandato lo porta ad una grande riconferma con il 66,5% dei voti, sconfiggendo nettamente lo sfidante Rocco Buttiglione. È durante questo mandato che si svolgono le Olimpiadi Invernali a Torino, che cambiano in parte il volto della città e portano l’impronta della sua amministrazione.
Ha ricoperto anche, dal 2008, l’incarico di ministro ombra delle Riforme per il Federalismo per il Pd ed è stato presidente nazionale dell’ANCI.
Perché potrebbe essere votato
Pur non essendo un politico molto conosciuto a livello nazionale, è considerato uno degli esponenti dell’ala liberale del Pd con più esperienza e conoscenze, anche in campo economico. Non a caso i deputati renziani lo hanno votato alla prima elezione del Presidente della Repubblica e secondo le indiscrezioni anche alcuni esponenti di Scelta Civica starebbero pensando al suo nome.
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