Prezzo di vendita dell’oro
INVESTIRE IN ORO
Quando si acquista o si vende dell’oro, diventa estremamente importante cercare di comprendere quale sia il suo effettivo prezzo. Differenze minimali sulla singola oncia possono infatti rappresentare la linea di differenza tra un’operazione di successo e un’operazione di fallimento finanziario. Ebbene, in tal senso è opportuno cercare di concentrare la propria attenzione sulla necessità di individuare il corretto prezzo di vendita dell’oro, derivando lo stesso dal valore di mercato dell’oro puro, a sua volta stabilito dalle borse valori più importanti del mondo.
In particolar modo, per quanto concerne le negoziazioni che avvengono sul mercato italiano, i prezzi di riferimento sono principalmente quelli della borsa di New York, di Londra o di Tokyo: borse che possono garantire la fornitura di prezzi in tempo reale, e due valori di riferimento (i fixing) di apertura e di chiusura di giornata. Di norma, per le transazioni che avvengono tra operatori non professionali (si pensi a quelli tra un intermediario e i suoi clienti) si utilizzano come riferimenti i prezzi del fixing, mentre i traders di borsa utilizzano invece i prezzi istantanei.
Fixing
A sua volta, è bene sottolineare come il fixing della borsa sia determinato dal naturale incontro tra la domanda e l’offerta dell’oro “cartaceo”, o meglio dei titoli che hanno come asset sottostante la commodity rappresentata dal prezzo dell’oro, ma che non prevedono – di contro – la consegna fisica della materia prima, essendo applicata la dematerializzazione della procedura correlata. Il mercato adotta pertanto tale sistema di calcolo per le transazioni dell’oro di carta, e – altresì – per quelle dell’oro fisico (si pensi ai lingotti o alle monete) sebbene nella realtà il calcolo del prezzo dell’oro fisico sia leggermente diverso, a causa dell’applicazione di specifici premium.
Prezzi di vendita
Stabilito quanto precede, ricordiamo che i prezzi di vendita devono essere aggiornati quotidianamente dall’intermediario, in linea con l’andamento della quotazione di borsa. Dunque, per quanto concerne la vendita di monete e lingotti, non dovrebbero mai riscontrarsi delle divergenze di prezzo tra le monete o i lingotti che contengono lo stesso titolo di oro, o tra lingotti e monete di pari peso ma di formato differente al primo.
Ancora, i prezzi di vendita dell’oro non dovranno mai divergere a seconda delle giacenze di magazzino, considerato che l’unico parametro che il venditore o l’acquirente dovranno assumere in considerazione per stabilire il prezzo, sarà il peso dell’oro che i clienti desiderano acquistare.
In ogni caso, è bene ricordare che i clienti potranno comunque ottenere delle quotazioni di particolare favore applicate dall’intermediario sulla base delle sue politiche commerciali. Si pensi – ad esempio – alla volontà di applicare degli sconti in funzione della quantità di oro che i clienti stessi desiderano acquistare. Ne consegue che – seppur sia sottostante a una serie di regole particolarmente ferree e stringenti – l’attività di compravendita di oro potrà comunque essere ricondotta a margini meramente commerciali.
Per quanto concerne i costi accessori di vendita, gli stessi non dovranno mai essere ricompresi all’interno del prezzo di vendita o di acquisto, ma dovranno invece essere esplicitati a parte, per poter rendere immediatamente chiaro il valore dell’oro che si intende acquistare o vendere e, quindi, il valore dell’investimento da compiere. In questo modo si potrà facilmente evitare che il prezzo dell’oro acquistato o venduto venga reso “opaco” dalla presenza di oneri e commissioni che nulla hanno a che fare con il prezzo della materia prima.
