Magazine Società

Prigione occulta e fulminea

Creato il 27 giugno 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Prigione occulta e fulminea

C’è un punto di domanda all’interno della recente ondata di migrazione: si chiama Centro di Identificazione ed Espulsione di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza. La struttura è passata da Centro di Assistenza a prigione nel giro di tre ore.

Il 18 aprile alle 13 sono stati trasportati fuori dal Cia gli ultimi tunisini che avevano ottenuto il permesso umanitario temporaneo. Alle 16 sono arrivati i primi reclusi. La tendopoli, che ospita 100 persone in 18 tende da 6 posti ciascuna è stata circondata da una gabbia alta cinque metri. In tre giorni è stato eretto un muro alto tre metri mentre ne è in costruzione un altro più alto di due metri. Il 21 aprile un decreto legge trasforma ufficialmente l’edificio da Cia in Cie, dopo solo tre settimane dalla nomina a Centro di Accoglienza. 

In quella che sembra una grande gabbia per uccelli arrivano una sessantina di migranti. Le condizioni sono proibitive, ma pressoché segrete. La circolare interna 1305 del Viminale ha instaurato la censure sui centri per migranti e quindi vieta l’accesso ai giornalisti. Sono stati respinti anche alcuni parlamentari, negando la prerogativa costituzionale del sindacato ispettivo. I migranti protestano platealmente perché sono negati i diritti più elementari: qualcuno lancia uno sciopero della fame, altri ingoiano pezzi di vetro o si tagliano le vene. All’interno del Cie ci sarebbero abusi al limite della tortura psicologica.

La polizia e il consorzio Connecting People assicurano che l’unica lamentela è alimentare: non c’è abbastanza peperoncino nel cibo. Ma i problemi sono altri: i detenuti non possono consultare i loro avvocati, visto che anche loro necessitano dell’autorizzazione della Prefettura; hanno a disposizione una scheda telefonica a settimana, ma non ci sono cabine; non è stato soddisfatto il diritto di avere un documento nella propria lingua che spiegasse la procedura per chiedere asilo politico.

Questo è quanto è trapelato all’esterno. Parlamentari e ONG hanno chiesto a gran voce di chiudere il Cie perché le condizioni di prigionia hanno forti ripercussioni sulla salute mentale delle persone. La Procura di Melfi ha aperto un’indagine per far luce su quanto accade all’interno, ma sarà impossibile dimostrare qualsivoglia reato. Infatti all’improvviso i migranti, ovvero i testimoni chiave, nonché le parti lese, sono stati tutti rimpatriati o spostati a Bari in fretta e furia. Senza discrezione per i nuclei familiari e senza i documenti necessari: è bastata una stretta di mano con il console tunisino. Intanto i lavori per rendere ancora più restrittiva la struttura proseguono: è stata costruita una doppia rette con saldatura di maglia di ferro.

 

Fonte: L’Espresso

Tutto avviene in gran segreto: neppure gli enti locali sono informati. Il Cie di Palazzo San Gervasio è diventato in meno di un mese un lager super segreto dove viene sospeso ogni diritto. Un’accoglienza con i fiocchi.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine