di Francesco Scolamiero. Nel mondo politico la moda del momento, oltre le feste in stile 'neo-classico', è il lancio delle primarie. Ogni problema può essere risolto semplicemente con le primarie, destra, sinistra, centro, oramai tutti pensano di aver trovato la soluzione ai loro problemi. Fino a qualche tempo fa l'unica possibilità di salvezza era affidare tutto ai 'tecnici', ora visto che anche i 'professori' hanno fallito, si è pensato che è arrivato il momento per tornare alla politica.
Molti pensano che visto che la classe politica attuale non va bene, perché corrotta fino al midollo, le primarie risolveranno questo problema. Ma per selezionare una classe politica onesta non bastano "le primarie"! Ci vuole soprattutto dirittura morale, un partito, più o meno strutturato che sia, non potrà indire primarie per selezionare ogni singolo membro del suo establishment.
Altrimenti avremo primarie, per il tesoriere, il responsabile organizzativo, i delegati regionali, le segretarie, fino agli autisti. Perché a differenza di quanto dice Grillo, sono d'accordo che non è più il tempo dei partiti carrozzone stile DC o PCI, ma un minimo di organizzazione e struttura ci vuole.
Tra l'altro Grillo la sua struttura ce l'ha, piccola, ma ce l'ha ed è la “Casaleggio&Associati”, altrimenti il blog chi lo manda avanti, e il camper? Oggi siamo abituati ai partiti 'one-man show', ma nel passato all'interno dei partiti c'erano cambiamenti che avvenivano durante i congressi, dove i membri del partito portavano un loro programma e i delegati votavano chi sarebbe stato il segretario. Oggi ci si è resi conto che per una maggior democrazia all'interno dei partiti, l'elezione del segretario, e del suo programma, sarebbe meglio farla tramite le primarie quindi con una base più ampia. Devo dare atto al PD che fino ad oggi è l'unico ad aver intrapreso questa strada che mi sembra quella più giusta. Qualche dubbio invece ce l'ho quando passiamo alle cosiddette primarie di coalizione, cioè quando per selezionare un candidato Sindaco, Presidente di Regione, fino al Presidente del Consiglio si voglia usare questo strumento. Abbiamo visto in concreto, soprattutto nel centrosinistra, che il PD non è riuscito a imporre il suo candidato ma a
Milano ha vinto Pisapia (proposto da SEL), a
Genova Doria (di SEL), a
Napoli De Magistris (IDV), a
Palermo Orlando (IDV). Fra l'altro questi ultimi hanno preso anche le distanze dai partiti di provenienza. Io per esempio, non riesco a capire come si possa conciliare il programma di un Sindaco proveniente da un partito del 6-7%, con le idee di un partito tipo il PD che ne vale quasi il 30% che lo sostiene? Ora passi che a livello locale si possa fare, secondo me è impossibile ripeterlo a livello nazionale dove occorre occuparsi di tante cose, politica fiscale, industriale, internazionale, ecc. Come può un premier proveniente da SeL o IDV riuscire a conciliare le sue idee con quelle dei parlamentari del PD che sarebbero la maggioranza nella sua coalizione? E qui l'errore è macroscopico e parte da un errore di fondo, ovvero quello di prendere un pezzo da ogni sistema politico-istituzionale esistente nel mondo, fare un bel mix e tirar fuori la soluzione, che come al solito risulta pasticciata. Il nostro sistema è un sistema parlamentare, violentato da varie leggi elettorali, ma sempre parlamentare rimane. Infatti pur cadendo Berlusconi non siamo andati alle elezioni, ma il Presidente della Repubblica ha dato l'incarico a Monti. Possiamo pure stabilire con le primarie che il candidato premier sia Renzi o Vendola, ma se poi la maggioranza non regge torniamo punto e a capo. Quindi finché non cambieremo sistema, ad esempio con un semipresidenzialismo alla francese ed elezioni a doppio turno,
le primarie non hanno senso. E veniamo a
Matteo Renzi. Qui
il problema, secondo me, è che il Sindaco di Firenze sta saltando un passaggio, cioè
si sta candidando premier ancor prima di aver conquistato la leadership del suo partito! Infatti lui parla agli elettori delusi del PDL, ma questo vale per le elezioni politiche, prima dovrebbe conquistare il suo partito/elettorato, altrimenti farà la fine di Prodi, con i franchi tiratori subito in agguato. Infine, da come hanno impostato
queste primarie, ripeto, ancora non si capisce se di partito o di coalizione, si parte dalla certezza che il centrosinistra vinca le elezioni e ci sia solo da decidere il candidato premier. Quindi si potrebbe arrivare alla situazione in cui Renzi vinca le primarie, e si senta investito della candidatura alla premiership, senza però sentirsi il segretario del PD. E se per caso non vincesse le elezioni e dovesse scendere a patti con Casini, Sel, Grillo, IDV o altri, è pronto a un governo di coalizione? Oppure direbbe no, io vengo solo per fare il premier. Il segretario del PD può farlo Bersani.