Pubblicato da Lello Stelletti il 11 marzo 2012 · Lascia un commento
Di Francesco Curridori
Regna ancora l’incertezza sulle primarie del GOP, il partito repubblicano americano. Il front-runner Mitt Romney vince ma non convince. Dopo il voto di ieri in Kansas e nelle isole del Pacifico, l’ex governatore del Massachusetts si ritrova con 454 delegati su un totale di 1144 necessari per ottenere la candidatura e vede con un certo fastidio i 217 delegati di Rick Santorum e i 107 di Newt Gingrich che ostacolano la sua corsa verso la Casa Bianca. Il numero di delegati del candidato libertario Ron Paul (47), invece, non impensierisce gli avversari e non sembra destinato ad aumentare di molto. I risultati di questa settimana ci dicono che nel supermartedì Romney ha vinto in 6 Stati, Santorum in 3 e Gringrich soltanto nella sua Georgia.
In Ohio il successo di Romney è arrivato al fotofinish e rappresenta una tappa importante ma non ancora decisiva dato che si è votato soltanto in 23 Stati su 51. Scontanto invece il risultato del Massachusetts dove l’ex governatore Romney ha ottenuto il 72%. A queste vittorie il mormone Romney deve aggiungere quelle ottenute ieri in Wyoming, in Guam, nelle isole Isole delle Marianne e nelle Isole vergini che lo hanno portato ad avere un vantaggio di 237 delegati su Rick Sanrorum, il suo principale avversario. Pare difficile quindi che il moderato Romney perda di nuovo l’obiettivo della candidatura a presidente, come avvenne quattro anni a vantaggio di John McCain, ma la sensazione è che non riesca ad intercettare i voti della destra religiosa che, invece, sembra volersi fidarsi maggiormente del cattolico Santorum.
Per il candidato di origini italiane saranno fondamentali le primarie di marzo che si svolgeranno negli Stati del Sud come Alabama, Missisipi, Missouri, Illinois e Louisiana non tanto per capire fino a che punto la base più conservatrice del partito repubblicano potrà aiutarlo a recuperare il gap che lo separa dall’attuale front-runner. La vittoria di ieri in Kansas (dove gli altri candidati non hanno neppure fatto campagna elettorale) è già un significativo indicatore in questo senso ma per Santorum la vera speranza di vincere si chiama Gringrich. Se l’ex speaker della Camera, che negli anni 90 tentò di far fuori Clinton con lo scandalo Lewinsky, decidesse di ritirarsi e appoggiarlo, Santorum arriverebbe di un colpo a 324 delegati e aumenterebbe notevolmente le sue possibilità di vittoria. In estrema sintesi il GOP, visto con gli occhi degli italiani, appare al momento molto simile al nostro Pd e perciò la destra americana potrà battere Obama soltanto se si trova una leadership autorevole e credibile e un programma ben definito.
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