Alex Kurtzman e Roberto Orci cercavano questo copione da anni, alla fine lo hanno trovato nella sceneggiatura originale di Edward Ricourt . È così che nasce “Now you see me – I maghi del crimine”, un film ‘magico’ e nichilista quanto basta per gettare un occhio sul mondo contemporaneo, devastato dalla crisi economica e sociale, dominato dal senso di smarrimento. Quale modo di migliore per descriverlo se non quello di affidarsi al regno dell’illusionismo?
Un thriller che si muove abilmente tra magia, trucchi, illusioni, giochi di prestigio per raccontare la storia di quattro maghi (i Quattro Cavalieri), un super-gruppo guidato da Atlas, che si esibisce in spettacoli di magia di alta tecnologia sorprendendo il pubblico fino ad arrivare a mettere a segno diversi colpi: prima rapinano una banca di Parigi da Las Vegas, poi smascherano un colletto bianco criminale e convogliano i suoi milioni sui conti bancari degli spettatori confondendo le autorità. Sulle loro tracce l’agente speciale dell’FBI Dylan Hobbs e Alma, una detective dell’Interpol.
Un progetto molto personale che Ricourt iniziò a pensare quando era ancora uno studente alla New York University. “Una sera ho parlato a mio padre dell’idea e lui ne è stato veramente entusiasta. – ha spiegato lo sceneggiatore – Purtroppo è morto il giorno dopo e io ho sempre pensato di dover fare il film per lui. Mi viene ancora la pelle d’oca se penso a quanto ne sarebbe fiero. Ho cominciato con l’idea che sarebbe stata una favola alla Robin Hood dove la vera impresa non è prendere i soldi, ma il modo in cui vengono presi. E se i quattro migliori maghi del mondo si unissero e diventassero una grande squadra inarrestabile? Insieme loro possono l’impossibile”.
Dopo aver rivisto la prima stesura insieme all’amico Boaz Yakin, la storia diventò quella di quattro supereroi; poi il copione finì dritto nelle mani del regista che lo ha fatto diventare realtà ampliandone la portata e dando alla magia proporzioni mai viste prima, Louis Letterier (“Scontro tra Titani”, “The Transporter”, “L’incredibile Hulk”).
È sua la scelta di girare principalmente in anamorfico con una pellicola da 35 mm, usando obiettivi vecchi di quarant’anni, gli unici capaci di catturare il fascino e il romanticismo della magia.
Suo anche il suggerimento di ricorrere a due diversi direttori della fotografia, Mitchell Amundsen per le sequenze d’azione, e Larry Fong per i trucchi più complicati.
Fondamentale la presenza sul set di da David Kwong, fondatore della Misdirectors Guild, una società che fornisce regolarmente consulenze sull’arte e l’esercizio della magia; perché la storia risultasse il più autentica possibile niente Computer Grafica: la maggior parte dei numeri di magia sono reali.
“Abbiamo parlato di alcuni dei principi base della magia, abbiamo preparato gli attori e contribuito a progettare gli illusionismi , – ha spiegato Kwong – Uno dei nostri obiettivi più importanti era impegnare il pubblico a livello intellettuale, per fargli capire tutta la preparazione che c’è dietro alla creazione di trucchi”.
Maghi supereroi e detective dell’FBI in un gioco al gatto e al topo in cui i volti sono quelli ben noti di Jesse Eisenberg (l’arrogante Atlas, il leader del gruppo), Woody Harrelson (il mentalista ribelle Merritt Osbourne), Isla Fisher (l’esperta in fughe Henley, che all’inizio sarebbe dovuta essere un uomo), Dave Franco (il giovane Jack Wilder, borseggiatore abile nel gioco con le carte). Dalla parte della legge Mark Ruffalo (l’agente Dylan Hobbs) e Mélanie Laurent (Alma) al fianco di mostri sacri come Michael Caine e Morgan Freeman.
Non resta che assaporare l’attesa che ci separa dall’uscita in sala (il prossimo 11 luglio per Universal Pictures) di un film che incanterà, sorprenderà e meraviglierà senza dimenticare di fare dell’illusione una lente di ingrandimento sui nostri dannati tempi.
di Elisabetta Bartucca