La saga raccontata dai suoi protagonisti: tre regole per un successo planetario
PRIMA REGOLA, FARE DEL CONTRASTO ANTICO/MODERNO UN PUNTO DI FORZA
Se il primo capitolo di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo ha sbancato il botteghino, il secondo è pronto a bissare l’avventura. Spettacolare sin dalle primissime scene che propongono uno straordinario viaggio in 3d (tutto in soggettiva) attraverso montagne incantante, mari in tempesta, foreste magiche, Percy Jackson e il mare dei mostri (in uscita il 12 nelle nostre sale) inizia con il mito di Thalia, colei che si immolò sacrificando la propria vita per salvare gli amici e Zeus le consentì di trasformarsi in albero. La metamorfosi è narrata visivamente in modo più che suggestivo, così come la creazione della barriera di Thalia, che avrebbe protetto per sempre i suoi amici, cioè quella che potremmo ormai definire la “Percy’s creek”. Peccato che in questo capitolo della saga il “per sempre” venga infranto da una minaccia: un toro gigante, metallico e dagli occhi di fuoco rompe la barriera protettiva creata da Zeus. Ce la farà “Perry Johnson” (così lo chiama l’irresistibile Stanley Tucci/Dioniso in camicia leopardata, che tracanna vini di ottima annata e sbaglia in pieno i nomi di tutti gli allievi/semi-dei) ad affrontare mille peripezie? La risposta è nella spettacolarità di un film la cui formula commercialmente vincente consiste nell’accostare mito classico e glam contemporaneo, centaure, ninfe, ciclopi, ippocampo, satiri e ragazzini in felpa, occhiali da sole, libelli touchstreen simil-i-pad, mega-yacht. Il contrasto antichità/contemporaneità è costante, ed è forse quello ad attirare davvero il target di adolescenti affascinati dal mito e ipnotizzati dalla modernità. Qui sta la chiave per leggere il successo del film, insieme alla spettacolarità dell’animazione e ad un cast particolarmente affiatato, nel quale spiccano Logan Lerman e Alexandra Daddario.
SECONDA REGOLA, FAR CREDERE AI GIOVANI SPETTATORI CHE TUTTI POSSONO DIVENTARE EROI
Secondo Alexandra la forza della saga sta proprio nel “prendere ragazzi con dei problemi e dimostrare che possono diventare eroi: ecco, questo è davvero qualcosa a cui tutti aspirano e possono relazionarsi”. In questo senso il suo amico e collega Logan mette addirittura a confronto Percy Jackson con Harry Potter, di cui si dichiara senza problema grande fan: “In entrambi i casi si tratta di persone ordinarie messe in relazione con eventi straordinari: Percy è un ragazzo come tanti, dislessico, però vive queste fantastiche avventure. Situazioni che, di fatto, hanno molto a che fare con situazioni umane che conosciamo bene, disagi, problemi. Film come questi sono grandi attrattive per intrattenere, ma anche per capire”.
TERZA REGOLA, L’ATMOSFERA SUL SET: “DIVERTIMENTO E FIDUCIA”
Il cast di Percy Jackson, di fatto, è una famiglia. Lo fanno capire benissimo i due attori, raccontando della grande collaborazione e del clima disteso durante le riprese. Così Logan: “Sul set si scherzava molto, e soprattutto c’era un’assoluta fiducia tra noi attori, e questo è fondamentale, soprattutto quando devi affrontare scene d’azione, o ancora peggio sequenze di combattimento che, diciamolo, potrebbero anche rivelarsi inaspettatamente rischiose. Non che le facessimo tutte noi: per fortuna esistono gli stuntman, che hanno fatto un grandissimo lavoro, ma anche noi ci siamo preparati”. A proposito di preparazione, Alexandra aggiunge: “Ci siamo dovuti allenare parecchio, prima, dopo e durante le riprese. Davvero, è stata una preparazione lunga mesi, anche solo per fare una scena, magari una camminata, oppure un combattimento. Del resto era importante curare tutti i dettagli per ottenere il miglior risultato possibile”.
LA MITOLOGIA DI IERI E GLI EROI DI OGGI
Mito greco e Hollywood sembravano stridere prima della saga di Percy Jackson, che ha invece avuto il merito di riaccostare il mondo giovanile all’universo mitologico. Così Logan: “Io ho studiato mitologia greca a scuola, è qualcosa a cui sono interessato e che mi diverte, ma Percy mi ha fatto riaprire i libri e avere molte più approfondimenti, solo così ho potuto curare bene i dettagli. Trovo davvero grande l’idea di prendere mitologia antica e inserirla in un film moderno, è divertente il mix che ne esce tra modernità e mitologia”. Irresistibile la tentazione di chiedere al protagonista di Percy Jackson quali siano, nella vita reale, i suoi miti. “I miei eroi? Stanley Kubrick e David Lynch”, risponde fiero Logan. Poi aggiunge dispiaciuto: “Non li ho mai incontrati, però”.
di Claudia Catalli per Oggialcinema.net