Nuovo episodio incentrato sul personaggio più famoso dell’universo X-Men. Ancora una volta interpretato da Hugh Jackman, Wolverine riprende il suo cammino di eroe eternamente tormentato.
Il film si colloca qualche tempo dopo X-Men 3, ma è alla fine dei titoli di coda di X-Men le origini – Wolverine che possiamo scovare un indizio sulla trama: vediamo il nostro eroe bere in un bar giapponese. E, infatti, sarà proprio in terra nipponica che si svolgerà questo nuovo capitolo, ispirato alla miniserie del 1982 dedicata interamente al personaggio di Wolverine, scritta da Chris Claremont ed illustrata da Frank Miller.
Logan si reca dunque in Giappone, dove incontrerà una misteriosa figura del suo passato che lo coinvolgerà in una lotta con imprevedibili conseguenze. Vulnerabile per la prima volta, e spinto ai suoi limiti fisici ed emotivi, si confronterà non solo con il letale acciaio dei samurai, ma dovrà affrontare il proprio conflitto interiore tra immortalità e mortalità, scontrandosi anche con un nuovo personaggio femminile.
“Wolverine si rende conto che chiunque ama muore e tutta la sua vita è piena di dolore. Quindi è meglio che fugga da solo. Lui non può morire davvero e vuole semplicemente allontanarsi da tutto.” Così Hugh Jackman spiega come inizia l’ennesima avventura di Logan ed il suo desiderio di porre fine alla propria immortalità. Lo stesso Jackman ha dichiarato che questa serie a fumetti è in assoluto la sua preferita: “Adoro l’idea che questo personaggio marcatamente anarchico, il tipico outsider, si ritrovi in un mondo dove i valori fondamentali sono costituiti dalle tradizioni, dai costumi e dall’onore. Logan è il contrario di tutto questo, ma dovrà per forza trovare in qualche modo la via per conviverci.”
Uno scenario quindi post X-Men, in cui Wolverine, ancora una volta, cerca di sfuggire alla realtà che conosce, finendo in un mondo estremamente diverso da quelle che ha sperimentato fino a quel momento: Wolverine non si scontrerà con dei mutanti, ma, incredibilmente, dei semplici umani riusciranno a metterlo in grande difficoltà, complice anche qualcosa di molto simile a ciò che per Superman si chiama Kryptonite…
Cosa aspettarci dunque da questo film? Hugh Jackman: “Ho sempre odiato l’idea di dire ‘Wolverine 2.’ Non sapevo come lo avrebbero chiamato alla fine, ma quando ho sentito il titolo definitivo, Wolverine – L’immortale, ho pensato: ‘Fantastico’. Perché ho capito che tutti stavano abbracciando l’idea che questo film doveva essere diverso. Voglio dire, è stato uno dei motivi per cui i fumetti (di questa serie n.d.r.) sono così popolari. Guardando questo film si percepisce un’altra atmosfera, visivamente e stilisticamente. Sono assolutamente convinto che questa sia la pellicola in cui il personaggio di Wolverine sia reso al meglio. Lo guardo e penso: ‘Wow’.”
Wolverine – L’immortale, girato tra Giappone ed Australia, sarà nelle sale in contemporanea internazionale
di Mara Telandro