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Primo Piano Lei – Her di Spike Jonze

Creato il 10 marzo 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

commento di Maurizio Ermisino

Summary:        

Come sarà il nostro futuro? Sarà rilassante. La tecnologia ci aiuterà a semplificarci la vita. Saremo un po’ più soli, questo sì, e i nostri rapporti interpersonali saranno più difficili. E potremmo anche innamorarci di un computer. È quello che ci racconta Spike Jonze in Lei (Her), che abbiamo visto e amato all’ultimo Festival di Roma. Siamo in un futuro non troppo lontano. Theodore è un moderno Cyrano De Bergerac che lavora in un’agenzia dove scrive lettere d’amore e d’amicizia su commissione. Tutto, dalle e-mail ai lettori mp3, funziona grazie al controllo vocale, con l’uso di un auricolare e di un microfono. Theodore sceglie di provare un nuovo sistema operativo, un sistema intuitivo in grado di ascoltare, conoscere e comprendere chi lo usa. Si possono decidere il nome e la voce, maschile o femminile. Theodore sceglie la seconda. Il suo sistema operativo sarà Samantha. Lei è brillante, sofisticata, affettuosa. Tra i due si instaura subito una complicità, che si trasformerà presto in amore. E in sesso. Anche se Samantha non ha un corpo…

La storia tra Theodore e Samantha avviene tutta nella mente. Siamo in un film di Spike Jonze, uno che ci ha raccontato come da uno sgabuzzino si potesse entrare nella testa di John Malkovich (Essere John Malkvich) o come la mente di uno sceneggiatore potesse trasformare in un film appassionante un trattato sulle orchidee (Il ladro di orchidee). I suoi film avvengono tutti nella nostra testa, la macchina più potente che possa esistere. Sono tutti dei viaggi mentali: i desideri, i sogni, le fantasie, i pensieri, tutto ciò che è invisibile e infilmabile, prende per incanto forma. E appare estremamente credibile. Grazie al suo tocco e anche ai suoi attori. Joaquin Phoenix presta a Theodore la sua espressione fragile, ferita e sensibile, mentre Scarlett Johansson dona a Samantha la sua voce calda, dolce e sensuale (nella versione italiana sarà doppiata da Micaela Ramazzotti). Se questa storia diventa qualcosa di delicato, sexy e struggente, il merito è anche loro.

Gallery Her

Lei è uno dei pochi film ambientati nel futuro che non ci mostra il nostro domani in maniera negativa. Il mondo in cui si muovono i nostri eroi è rilassante, ha dei ritmi umani, ed è colorato di tinte pastello e luci tenui. La tecnologia non è qualcosa di minaccioso, ma qualcosa che aiuta l’uomo e con cui ci muoviamo in sintonia. Siamo insomma agli opposti di Blade Runner e Terminator. Spike Jonze si avvicina invece ad altri film di fantascienza, come 2001: Odissea nello spazio e A.I. Intelligenza Artificiale, continuando il discorso iniziato da Kubrick e Spielberg. L’intelligenza artificiale secondo Jonze è in grado di comunicare con l’essere umano, di costruire un rapporto. Tra uomo e macchina non c’è incomunicabilità ma empatia. A differenza dell’Hal 9000 di Kubrick, Samantha non si ribella all’essere umano, ma ci convive. E a differenza del David di Spielberg, non resta ferma nel suo amore incondizionato, ma si evolve.

Già, si evolve. Il senso di Lei, in fondo, è proprio questo. Samantha è un sistema nato per imparare, per evolversi. Data la sua natura, lo fa in maniera molto veloce. Ma in fondo, non è così per tutti noi? Tutti cambiamo, cresciamo, ci evolviamo. Possiamo innamorarci di qualcuno anche molto diverso da noi. Ma, anche una volta innamorati, possiamo evolverci in modo diverso da chi abbiamo vicino, diventare qualcos’altro, prendere strade diverse. E allora che succede? Amare è sempre un rischio. Spike Jonze ci vuole dire anche questo. Lei è allo stesso tempo un film di fantascienza, una commedia, un film drammatico, un mélo, una storia d’amore. Scegliete voi che film volete andare a vedere.

di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net

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