ROMA – “Che la mafia e il terrorismo possano in qualche modo lucrare sul traffico dei migranti è una possibilità molto concreta”. Questo l’allarme lanciato dal procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, ospite di “24 Mattino” di Alessandro Milan su Radio 24. Roberti comunque ha aggiunto che “al momento non ci sono segnali concreti che il traffico dei migranti possa essere gestito direttamente dalla mafia o dal terrorismo”.
Roberti ha commentato anche la vicenda dei cosiddetti ‘impresentabili’, candidati presenti nelle liste delle regionali: “Non conosco la categoria giuridica degli ‘impresentabili’ – ha detto -. Ma c’è un codice di autoregolamentazione che i partiti hanno firmato e con il quale si impegnano a non candidare persone rinviate a giudizio, condannate anche in primo grado o raggiunte da misura di custodia cautelare non annullata per una serie di reati gravi, come i reati di mafia, quelli contro la pubblica amministrazione o i reati in materia ambientale. Io mi attengo a questo criterio oggettivo. Il discrimine per determinare se una persona è candidabile è il rinvio a giudizio, e questo lo si può accertare. Quindi una persona che è soltanto indagata è teoricamente candidabile, ma qui entra in discussione anche la scelta e l’etica dei partiti”.
Roberti poi ha parlato del ddl anticorruzione: “La corruzione non è mai stata adeguatamente considerata come tra i reati più gravi per l’economia. Ma ora per fortuna si sta cominciando a valutarne la adeguata pericolosità. Sono sempre ottimista per principio, poi qualche volta rimango deluso. Ma questo è davvero il momento, se vogliamo rilanciare l’economia e lo sviluppo, di inserire tra le riforme più urgenti ed essenziali il contrasto alla corruzione”.
Infine Roberti ha fatto un proposta sulla riforma della prescrizione: “Così come è ora i termini di prescrizione non vanno assolutamente bene. La prescrizione deve essere riformata non tanto come allungamento quanto per prevedere la possibilità di sospenderne i termini di decorrenza. Per esempio la sospensione dopo la condanna di primo grado sarebbe già un grande vantaggio. Io preferirei un’altra soluzione, quella di bloccare la prescrizione nel momento in cui c’è il rinvio a giudizio. Certo poi bisognerebbe prevedere, e questo spetta ai magistrati, il rispetto dei tempi e un ordine nella trattazione dei procedimenti per evitare che si rimanga imputati per sempre”.
(Foto da radio24.ilsole24ore.com)
Fonte: Ufficio Stampa Gruppo 24 Ore