Settimana terribile questa settimana, non tanto per gli impegni che l’hanno movimentata, quanto per l’ansia da prestazione che mi ha preso. E ancora non è finita! Ma come promesso ho sperimentato la teoria lavorativa dei blocchi da 30 minuti. Risultato? Leggete e stabilitelo voi!
Lunedì 7 novembre 2011
Ore 7,30 Mi sveglio, mi sveglio, mi sveglio, mi sveglio? Il lunedì è sempre più complicato del previsto. Faccio colazione e mi trascino nella mia postazione – ufficio – stanza degli orrori e apro la moleskine. Do uno sguardo agli impegni della giornata tutti divisi in blocchi da 30 minuti.
Ore 8,00 Rapida occhiata ai giornali online, agli rss, ai blog, alla pagina adsense, a quella analitycs, alla posta che saluto con un certo dispiacere (non la vedrò per lunghi, lunghissimi blocchi da 30 minuti). Sbirciatina alle pagine FB e alle 8,25 mi prende la malinconia. Arriva il momento di lavorare, di lavorare per davvero.
Ore 8,30 Butto giù il primo pezzo della giornata, uno speciale sul natale e sui lavori da trovare sotto l’albero. Rileggo, pubblico e ho 5 minuti di anticipo sulla tabella di marcia. Niente male.
Ore 9,30 Sono tentatissima di aprire la posta, o di dare una sbirciatina alla pagina FB, ma niente da fare, il blocco “cosette inutili” arriverà alle 10.00. Scrivo un breve articolo sul ponte per l’immacolata.
10,00 Ho mezzora per leggere tutte le mie mail. Pessimo scoprire che non ne ho ricevuta nessuna di interessante. Pubblico qualche tweet, navigo come una vespa impazzita fra social network ed rss cercando di ottimizzare il tempo (maledetti link). Uno yogurtino al caffè è quello che ci vuole.
10,30 Energie rinnovabili a noi due. Finisco dieci minuti prima del previsto, ma per inviare il pezzo in redazione devo aprire la posta. Come fare? La apro e mi riprometto di non leggere le mail ricevute… Sono una freelance di parola, sbircio solamente e intercetto una risposta che stavo aspettando. Chiudo tutto e prendo in mano il prossimo incarico della giornata, ma poi cedo alla tentazione e leggo la mail…
11,30 Butto giù altri 3 articoli e a causa di una telefonata sforo di 15 minuti. Inizio ad essere stanca.
12,45 Prima di preparare il pranzo leggo la posta, consulto i miei profili, riordino la casa con velocità Taz e mi metto sui fornelli.
14,00 – 16,00 Faccio un po’ di spesa e mi rilasso con la lezione di yoga.
16,30 Organizzo il discorso per la presentazione che mercoledì dovrò tenere presso una fondazione culturale della zona. Sovra pensiero apro la posta. Argh!
17,30 Pubblico un post su BottegaKreativa.it e perdo più tempo del previsto. Maledetto server!
18,30 Lavoro al mio nuovo libro, ma la testa non ne può più.
19,30 Bye bye ufficio!
Conclusioni
Questo metodo non fa per me eppure è un metodo ottimo. Purtroppo per la sottoscritta i cicli da 30 minuti sono troppo lunghi. Spesso mi è capitato di finire i lavori prima del previsto, senza saper che fare nel frattanto! Preferisco organizzare la mia giornata (come solitamente faccio) con cicli più brevi e con pause più frequenti di 10 minuti, sono un refresh indispensabile per il mio cervello e mi aiutano ad arrivare a fine serata con la mente più fresca.
Fra gli incontestabili pregi del metodo il fatto che mi abbia aiutato a consultare posta e quant’altro pochissime volte durante la giornata (rispetto al solito si intenda…) e a sorpresa senza alcun danno per la mia attività J. Ho scoperto inoltre che tutte le mail importanti le ricevo la mattina, cosa a cui non avevo mai fatto caso.
Insomma il metodo non è male proprio per il semplice fatto d’essere un metodo! Credo che ognuno debba crearsene uno proprio, che vada in accordo con i ritmi personali. Quel che conta in fondo è riuscire a seguirlo! Moleskine e to do list 1 – Metodo dei trenta minuti 0.
E tu?
Hai seguito il metodo dei trenta minuti? Cosa ne pensi? Da promuovere o da bocciare?
Photo Credit: Meagan Fisher
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