il miele
Il miele rappresenta un alimento classico, la cui produzione si deve alle api e, seppure in percentuale inferiore, anche alle vespe.
Questo particolare alimento, estremamente diffuso sulle nostre tavole, può vantare un determinato e ben specifico ciclo di produzione, che ha come base il nettare e la melata.
La melata si caratterizza per essere una sostanza zuccherina che rappresenta una fonte di cibo per un gran numero di insetti.
Il miele ha origini davvero estremamente antiche, dal momento che le prime testimonianze ci permettono di identificare il VI millennio a.C. Come il periodo in cui vennero realizzate le prime arnie.
Anche il popolo Egizio apprezzava particolarmente questo alimento, al punto che veniva impiegato anche per scopi differenti, come ad esempio cerimonie religiose e per imbalsamare le mummie.
Al contrario, i babilonesi ne erano particolarmente ghiotti e lo utilizzavano sopratutto come alimento, mentre invece i sumeri lo sfruttavano, nella maggior parte dei casi, per la produzione di particolari creme a base di acqua, argilla e olio di cedro.
Già nell'antico codice di Hammurabi chi produceva il miele veniva protetto contro i possibili furti delle arnie.
Anche i greci e i romani avevano una grande considerazione del miele, visto che lo impiegavano spesso in diverse riti (i primi) e in campo culinario (i secondi).
come si ottiene
Il miele è il risultato di un processo iniziato dalle api, che raccolgono delle componenti zuccherine che si trovano sopratutto nei fiori.
In particolar modo, è importante sottolineare come le più importanti fonti di approvvigionamento sono rappresentate dal nettare e dalla melata (quest'ultima rappresenta un derivato che proviene dalla linfa degli alberi e che viene creata da specifiche categorie di insetti succhiatori, come ad esempio la metcalfa).
Il nettare ha come scopo principale quello di attrarre un gran numero di insetti che svolgono una funzione impollinatrice, con l'obiettivo di permette la fecondazione dei fiori.
Ad ogni modo, il processo di realizzazione del miele ha inizio con il lavoro dell'ape operaia all'interno dell'ingluvie, in cui trasporta le sostanze come nettare e melata nel viaggio di ritorno verso l'alveare.
estrazione miele
Le varie fasi di lavorazione del miele permettono all'apicoltore di ricavare quel miele che verrà poi messo in vendita.
In pratica, il concetto di lavorazione del miele si potrebbe sintetizzare tranquillamente con la frase: dove termina il lavoro dell'ape, inizia quello dell'uomo.
L'apicoltura moderna razionale prevede diverse procedure da seguire per l'estrazione del miele.
Tutto inizia con l'estrazione dei melari, per poi passare al loro stoccaggio.
Le fasi seguenti sono la disopercolatura, la smielatura (in cui viene impiegato un particolare macchinario detto smielatore) , passando per il filtraggio (in cui tutte le parti residue di cera o ogni altro materiale eventualmente rimasto all'interno del miele viene bloccato ed eliminato), la decantazione, la schiumatura, l'invasamento e lo stoccaggio.
riscaldamento, invasamento e conservazione
Ogni processo che prevede un riscaldamento del miele deve essere utilizzato con particolare attenzione e competenza.
Tra le ragioni per le quali il miele si può riscaldare c'è certamente il fatto di incrementare la fluidità nel corso dei vari processi di lavorazione, ma nella maggior parte dei casi il calore ha lo scopo di liquefare un alimento che è già stato cristallizzato.
Dopo la fase di schiumatura, il miele si caratterizza per ritrovare la sua tipica limpidezza dato che è stata rimossa l'aria: prima di procedere con l'operazione di cristallizzazione, il miele si può invasettare (per favorire la vendita al dettaglio) oppure versarlo all'interno di contenitori colmi di latte o fusti (per favorire la vendita all'ingrosso).
Questa operazione è resa possibile grazie all'utilizzo di una macchina che viene definita invasettatrice.
il miele liquido
Il miele deve sopportare un comune processo di cristallizzazione: si tratta di una fase che è determinata da tre elementi in particolare, ovvero il quantitativo di glucosio presente, la quantità d'acqua e la temperatura.
Esistono però un gran numero di tecniche industriali che consentono di conservare il miele liquido, anche se è importante ribadire come la cristallizzazione sia un processo del tutto naturale che la maggior parte dei mieli attraversa fisiologicamente.
L'obiettivo per cui vengono impiegati tali tecniche per ritardare tale processo di cristallizzazione sono unicamente finalizzate ad un soddisfacimento delle pretese e richieste dei consumatori di poter consumare un miele liquido.
Per poter conservare il miele in uno stato liquido, c'è l'opportunità di scegliere tra tre metodi principali: si tratta della liquefazione (un'operazione che viene messa in atto a circa cinquanta gradi prima di passare alla vendita e che, nella maggior parte dei casi, si riferisce a quei mieli confezionati), la pastorizzazione (la temperature del miele arriva fino a 78 gradi per pochi minuti, in maniera tale da sciogliere i vari cristalli nel migliore dei modi) e, infine, la filtrazione spinta (che permette al miele di essere più limpido e impedisce la formazione dei cristalli).