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Progettare percorsi di educazione socio-affettiva nelle scuole

Da Psychomer
by Tatiana Porcelli on settembre 23, 2011

Le prime esperienze infantili plasmano il nostro mondo interno e ci forniscono l’imprinting per mezzo del quale (in seguito) entriamo in relazione con il mondo esterno.

Uno dei principali obiettivi delle agenzie di socializzazione è infatti costituito dal supportare lo sviluppo emotivo durante l’infanzia e lungo tutta l’adolescenza.

Tale scopo tuttavia, non coincide con la mera risoluzione delle problematiche che possono emergere durante lo sviluppo. Esso corrisponde piuttosto ad un tentativo di prevenzione del disagio attraverso una costante promozione del benessere psicologico del bambino.

Si tratta di aiutarlo a stabilire un rapporto equilibrato con i propri stati d’animo, a dominare le proprie emozioni ed orientarlo nella ricerca e nel consolidamento di sentimenti positivi verso se stesso e gli altri.

Un efficace strumento nel perseguire tale finalità è dato dall’educazione socio-affettiva. Con questo termine s’intende quella parte del processo educativo che si occupa di atteggiamenti, sentimenti, credenze ed emozioni.

A livello individuale, si propone di sviluppare sentimenti di accettazione, di sicurezza e di fiducia in sé e negli altri; di incrementare le capacità di risoluzione dei problemi interpersonali e di affrontare situazioni di stress emotivo.

A livello gruppale invece, mira ad incoraggiare e rinforzare comportamenti ed atteggiamenti di collaborazione, solidarietà, mutuo rispetto, tolleranza per la diversità e riconoscimento delle differenti modalità d’interazione.

Alle scuole si dovrebbe proporre proprio un percorso educativo che miri al raggiungimento di queste finalità, privilegiando il momento della condivisione di gruppo. Il lavoro di gruppo infatti, ha lo scopo di proporre ai partecipanti una particolare forma di apprendimento che, oltre a fornire un primo livello di stimolo, facilita l’acquisizione di nuovi modi di pensare, sentire e relazionarsi. Questo consente di ricevere continui spunti nell’individuale lavoro di riflessione e sperimentazione emotiva, rappresentando per questo uno spazio privilegiato di confronto.

Questo, ad esempio, potrebbe essere ottenuto tramite tecniche di psicoanimazione, che agiscono a diversi livelli: sensomotorio e psicomotorio (il giocodramma, i percorsi sensoriali, i percorsi psicoanimatori, la pantomima, la musicoterapia, la danzaterapia ecc..); pittorico, plastico, figurativo, filmico, fotografico ( l’uso del colore, di maschere, della pittura, di manifesti, di collages, di sculture, di fotografie, di filmati, di album o di materiali riciclati da trasformare per ottenere altri oggetti); simbolico, verbale e scritto(la narrativa individuale e di gruppo, la spettacolarizzazione, il teatro didattico, la drammatizzazione, l’animazione teatrale, la creazione di una diario).

Partendo dal concetto che la scuola offre un importante contributo alla crescita dell’individuo, le metodologie sopra descritte, forniscono una possibilità concreta per incrementare questa offerta.


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