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Progetti giovanili a Istanbul (di Giusy Alaimo)

Creato il 18 settembre 2012 da Istanbulavrupa

Progetti giovanili a Istanbul (di Giusy Alaimo) Sono venuta a conoscenza del progetto Youth in action tramite alcuni amici che mi avevano parlato della pagina di facebook di Scambieuropei, tra i mille post ho visto che un’associazione del sud Italia cercava partecipanti per un progetto sulla disabilità a Istanbul dato che era da tantissimo tempo che volevo visitare la città (ma ero stata scoraggiata dal prezzo del biglietto aereo) e visto che l’argomento mi interessava (i miei studi riguardano questo ambito) ho subito mandato il curriculum per la selezione.

Non sapevo molto del progetto Youth in action: in breve si tratta di finanziamenti dell’unione europea che si articolano in diverse “azioni” (scambi giovanili, training courses, Servizio Volontario Europeo) e lo scopo e di dare la possibilità di fare esperienza formativa-lavorativa all’estero ai giovani (15-30 anni, il limite di età cambia a seconda delle azioni) dei Paesi europei (o che aspirano ad entrare nell’UE – ad oggi personalmente non credo che la Turchia sia ancora così “aspirante”, fatto sta che l’80% di questi progetti ha come destinazione la Turchia), il fine principale è quello di dare a tutti i giovani le stesse opportunità, soprattutto a chi non ha grandi possibilità economiche. Una volta selezionati l’associazione italiana ci ha lasciato molta libertà – eufemismo per dire che in pratica dopo aver incassato la quota associativa ci hanno lasciato allo sbaraglio – mi hanno dato il ruolo di leader (ovviamente a titolo gratuito) e quindi mi sono messa in contatto via mail con l’associazione ospitante turca per organizzare il viaggio dall’Italia per me e per gli altri partecipanti.

In pratica i fondi dell’UE coprono il 100% di vitto e alloggio per i giorni del progetto e il 70% delle spese di viaggio, la quota associativa che va alla sending association italiana non è compresa (di solito ha un costo tra i 40 e gli 80 euro, una volta hanno provato a chiedermi 200 €, una cifra assolutamente non in linea con la mission del progetto, quindi bisogna stare attenti a non farsi fregare).

Per quanto riguarda l’organizzazione del viaggio si può procedere in due modi: cercare da sé il volo, chiedere all’organizzazione del Paese ospitante di prenotare il biglietto e poi restituire il 30% in contanti una volta in loco (questa di solito è la procedura per gli youth exchanges), o comprare il biglietto anticipando il 100% del costo e poi ricevere il 70% in contanti una volta terminato il progetto (questa di solito è la procedura per i training courses). Tutti i biglietti per raggiungere la venue del progetto vengono rimborsati, non solo l’aereo ma anche eventuale shuttle bus o treno per l’aeroporto, la cosa importante è conservare tutti i tickets e le boarding passes originali che devono essere obbligatoriamente consegnate alla persona incaricata del rimborso. Si può scegliere di prenotare il biglietto aereo un paio di giorni prima/dopo delle date del progetto, ma il vitto e l’alloggio dei giorni extra sono a carico del partecipante.

E così in un giorno di Aprile sono arrivata a Costantinopoli!
Io e gli italiani che erano con me ci siamo sistemati nell’ostello a cui eravamo stati assegnati, lì abbiamo incontrato gli altri 20 partecipanti (di solito negli scambi ci sono 5 o 6 partecipanti di 5 nazioni diverse). Di certo non era l’Hilton, ma la posizione centrale vicinissima a Istiklal ci ha permesso di girare la città nel tempo libero dalle attività (che consistono in metodi di apprendimento non formale sul topic principale dello scambio in questione) e soprattutto di approfittare dell’incredibile e meravigliosa nightlife sulle terrazze di Istanbul. Le terrazze sono la prima cosa che mi ha conquistato, in questa città magnifica perfino il locale più sciatto ha una terrazza da cui ammirare uno splendido panorama.

Mi sono completamente innamorata di Istanbul e della Turchia, tornata in Italia la malinconia non mi abbandonava, c’erano ancora troppe cose da fare, troppi luoghi da vedere (il giorno libero per il giro turistico previsto nel programma delle attività di certo non era stato sufficiente), troppe specialità da assaggiare… Insomma mi sono messa in testa che volevo ritornare a Istanbul!

Vista la caparbietà che mi contraddistingue mi sono iscritta a varie newsletter, gruppi e pagine facebook di associazioni italiane che si occupano di progetti Youth in action (ce ne sono a bizzeffe), e in mezzo a migliaia di progetti che avevano come destinazione la Romania, l’Ungheria, la Macedonia, la Polonia, le zone più sperdute della Turchia (sono questi Paesi i principali destinatari dei fondi) sono riuscita a trovare un training course sull’invecchiamento a Istanbul!

Questa volta l’associazione italiana di Milano è stata più professionale e mi ha inviato tutti i dettagli della schedule del progetto, dell’accomodation, e dell’organizzazione turca…e quindi sono partita alla scoperta della parte asiatica di Istanbul insieme a altri 24 partecipanti di 12 nazionalità diverse (di solito un uomo e una donna per ogni nazione, ma per esempio noi eravamo due italiane).

L’accomodation era a Kadikoy, ma il programma delle attività del training era molto intenso e c’era veramente poco tempo libero per spostarsi ed andare in giro, ad ogni modo le serate di agosto sul lungomare di Kadikoy sono state molto piacevoli! Memore dei rimpianti della volta precedente ho prenotato il biglietto due giorni più tardi della fine del training, mi sono spostata di nuovo nella parte europea e sono stata ospitata da una expat ucraina che avevo conosciuto durante il progetto precedente a Tarlabasi – un quartiere degradato, a tratti inquietante, ma che mi è sembrato autentico e che a quanto pare sta subendo un notevole rinnovamento. Anche l’altra partecipante italiana si fermava due giorni extra e era ospitata da una couch surfer (entrambe le volte che sono stata a Istanbul ho partecipato a un paio di meeting e serate CS e ho visto che è un movimento molto attivo in città) a Cihangir, un quartiere che mi è piaciuto veramente moltissimo per la sua aria bohemien (per chi vive a roma credo che ricordi un po’ rione monti o il pigneto) e un giorno non lontano dovessi realizzare il sogno di trasferirmi a Istanbul credo che mi piacerebbe abitarci.

Dopo un giro veloce a sulthanamet la ragazza del CS ci ha portato su una scalinata con una vista meravigliosa, era un posto molto carino con un sacco di gente seduta sulle scale a bere una birra e chiacchierare, non saprei localizzarlo con precisione ma credo che si trovi su una collinetta a metà tra Kabatas e Cihangir. La sera poi ci siamo spostate a Nisantasi, mi è sembrata una zona molto elegante e moderna, forse un po’ troppo snob per i miei gusti, un altro amico turco ci ha indicato un ristorante dove abbiamo mangiato delle ottime specialità locali, un po’ expensive, ma vista l’eleganza e la qualità ne valeva la pena. Mi sono riservata l’ultimo giorno per una visita alle isole dei principi, me la sono presa un po’ troppo con calma, quindi alla fine sono rimasta tutto il giorno su Buyukada, camminando tantissimo – con gioia dei miei polpacci – e facendo un paio di giri sulle carrozze per ammirare il mare e le case dall’alto, peccato per la qualità del pranzo, siamo stati un po’ sfortunati e il ristorante che abbiamo scelto sul lungomare non era dei migliori. Infine eccomi su un bus Havatas con direzione Sabiha Gokcen, mentre parlavo con la mia amica italiana un ragazzo si è unito alla nostra conversazione, ha detto che viveva a Istanbul e aveva un blog, io ho pensato si trattasse di Istanbul Avrupa, ma così non era: si chiama Luca dice di fare lo scrittore, ha detto di conoscerti e di conoscere il blog.

Insomma questa è la storia della ragazza con le due valigie, che tornando a Istanbul si è presa anche un bel due di picche, ma nonostante tutto ci ritornerei prestissimo e penso proprio che vorrei andarci a vivere per un po’. Grazie mille per la pazienza e per avermi dato l’opportunità di condividere l’esperienza Youth in Action, la consiglio a tutti, è veramente formativa e ti permette di allargare sul serio i tuoi orizzonti e la tua rete di conoscenze a livello europeo, e forse e un buon punto di partenza per sentirsi un po’ di più cittadini attivi di questa “grande e lontana mamma” chiamata Europa.


Filed under: Istanbul

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