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Promesse in Europa, paura e rabbia in Italia

Creato il 28 ottobre 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Si chiedono le dimissioni del Premier.  Inattesa, piccola grande svolta, dopo l’approvazione in sede europea, al rientro, l’amara sorpresa. In testa l’opposizione, ma anche i suoi stessi fedeli ora, manifestano segni di evidente malcontento. Così si apre il Tg di La7 e Enrico Mentana che commenta con ampi servizi l’evolversi della querelle politica: Berlusconi-opposizione, Berlusconi-Italia, Berlusconi-Europa, Berlusconi-Pdl.

Dopo il sì dell’Europa, le acque restano agitate nella maggioranza. Alcuni, anonimi parlamentari del Pdl hanno presentato  una lettera-appello a Berlusconi, nella quale si chiede ancora al presidente del Consiglio di dimettersi e allargare la maggioranza, proprio per poter dar corso agli impegni assunti con l’Ue. Le misure che ci chiede Bruxelles, sono molto impegnative, questo governo sarà in grado di attuare i provvedimenti di cui ha parlato il presidente del Consiglio e che pesano enormemente sui lavoratori?

Gli esami per Berlusconi non finiscono mai! 29 righe che guastano il rientro del Premier, chiedono il suo ritiro a Palazzo Chigi. Parole che svelano la paura e la preoccupazione che il governo che da tempo non riesce ad eseguire i normali lavori riesca ad attuare le nuove misure proposte. Un nemico interno che Berlusconi non si aspettava. Una bomba vera e propria per l’opposizione che  è  in rivolta e  promette battaglia con uno sciopero generale unitario.  Se il Cavaliere ha  convinto Bruxelles, ora dovrà fare altrettanto in Italia. Gli impegni vanno rispettati. Un’altra prova del nove per il Cavaliere, soprattutto sul capitolo della riforma del mercato del lavoro, fissata entro maggio del prossimo anno.

Promesse in Europa, paura e rabbia in Italia
Se il piano del governo verrà messo in pratica quali saranno le reazioni? E’ la domanda introduttiva del programma Piazza Pulita condotto da Formigli e rivolta ai suoi opinion leader, da Italo Bocchino a Gianluca Pini  da Giuseppe Civati  a Guido Crosetto,  Alessandro Sallusti, Marco Damilano  e l’economista Tito Boeri.  La rabbia degli italiani si è scatenata dopo gli ultimi licenziamenti, le telecamere registrano le forti reazioni di chi non sa come dar da mangiare ai propri figli o dopo 40anni di duro lavoro in acciaieria si vede ancora allontanare la pensione, o ancora operai che non possono nemmeno fare una pausa di 15 minuti su 8/10 ore di lavoro. Licenziamenti facili? Cioè scattano anche per i lavoratori a tempo indeterminato, basta che un’azienda sia in difficoltà a partire dal maggio 2012? Li ha prospettati il governo Berlusconi nella lettera alla Ue, ma sono una misura dagli effetti devastanti, tanto più in tempi di disoccupazione galoppante. Il risultato è che i sindacati si compattano.

“Il  messaggio di licenziare è l’opposto di quello che serve al paese, osserva Susanna Camusso, abbiamo un Governo incapace di agire e decidere e che prende ordini dall’Europa. Quella lettera è la somma di tante dichiarazioni che abbiamo già visto e sentito. Non c’è nulla che riguarda la crescita, nessuna risposta positiva per il paese”.

Promesse in Europa, paura e rabbia in Italia
“L’Italia è un paese in grado di onorare i debiti, afferma Tito Boeri, il problema è trovare gli investitori che con la crisi di credibilità del governo hanno fatto retromarcia, ora fare le riforme giuste”.

Scontro di opinioni,  che attendono oltre alle promesse, leggi che risolveranno il divario tra il mondo delle difficoltà quotidiane e il mondo decisionale della politica.

 


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