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Prometeo all'italiana

Creato il 01 febbraio 2011 da Andima

 

Prometeo all'italiana

foto:flickr

Ed eccolo lì il lunedì mattina il project manager parigino che entra sorridente in ufficio, sempre con la sua mezz'oretta di ritardo (o di puntualità, quando un ritardo diventa un'abitudine, questione di punti di vista) e arrivando alla tua scrivania ecco la solita domanda da qualche settimana (o forse qualche mese o forse da quasi due anni):
lui: "Allora Antoniò - ed il tono dell'Antonio è tutto un crescendo nel suo francese, dal principio forte fino alla finale accentata, totalmente diverso dall'Antonio dublinese, più pacato ma dalle vocali simpatiche - cosa succede con Berlusconi? Va a casa oppure no?"
E tu lì, italiano in ufficio, sembri quasi rappresentare tutta l'Italia in un individuo - pensa un po' che responsabilità involontaria - tutto il mondo di gaffe, di scandali e indignazione che i giornali stranieri diffondono sorpresi e che i colleghi leggono di sfuggita tra un titolone ed una foto, con il sorriso di chi guarda soltanto gossip e la soddisfazione magari di venire da un paese presunto migliore, anche se poi la prediligono come meta di vacanza o come ristorante serale, sei lì e per loro sei italiano, sei l'Italia, sei la fonte di informazioni associate o almeno di risposte a dubbi, curiosità, domande per qualche chiacchiera sterile o un luogo comune da assorbire, da sfatare, da risolvere in una risata. E tu che non vorresti essere un ambasciatore italiano temporaneo né un ufficio stampa pronto a ripetere la stessa eco ogni lunedì mattina, al project manager ritardatario, maldestro organizzatore e sublime ciarliero, vorresti quasi rispondere "No, neanche lui" ma avrebbe poco senso né l'efficacia sperata e allora vai sul vago, come al solito, come d'abitudine.
tu: "Non si sa.. vedremo.. sono mesi, anni che si dice così e poi alla fine.. non cambia nulla.. ".
E a lui va bene così, magari accenna ad un articolo de Le Monde in cui si annunciava la fine, tipo profezia da 2012, e non può essere diverso da così, scuote la testa, per un attimo ti fa capire che gli dispiace e che ha pietà per te, te che in quel momento sei l'Italia tutta nelle sue percezioni e invece sei soltanto un ragazzo andato altrove, senza alcuna connessione con quelle foto di modelle ministeriali e la baraonda politica o forse sì, la mentalità, quella sottile e silenziosa che in fondo porta ogni rappresentante a rappresentare chi giusto ne sia; eviteresti volentieri quelle domande mattutine, se non altro per la noia e l'inerzia delle cose, ma non puoi fare altrimenti, sei come un Prometeo lì alla tua scrivania, ogni mattina a rispondere alle stesse domande, domani torneranno a domandarle nuovamente, prendendo proprio il tuo fegato - potenza delle metafore - che ricrescerà pronto per l'ennesimo pasto, solo che a te non rode, anzi lo offri: ecco, prendetene pure, e quando avrete finito rimettetelo al suo posto s'il-vous-plaît, tanto a breve sarà come nuovo e tutto sarà semper eadem.


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