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Ti avevo promesso che ti avrei scritto con più calma a riguardo a La Prima Donna.
Ecco cosa non mi ha convinto:
Ma perché un ragazzo giovane, figo, integerrimo ecc. finisce per innamorarsi di una complicata come la protagonista? Sicuramente il motivo c'è, ma nella storia non l'ho trovato e la cosa ha reso meno reale il rapporto. Spesso mi chiedevo come potesse uno così scegliere una persona così problematica. Lo so che può sembrare una considerazione ignorante, e mi rendo conto che il motivo è lo stesso che lega due persone per una vita e che fa sì che due si sopportino anche quando sembra impossibile. Insomma, avviene perché si amano, ma mi è mancato molto la fase della costruzione di questo amore difficile.
Come ha affrontato Nicola il fatto che Gabry fosse un uomo?
Ho volutamente tralasciato il fattore "dinamiche sessuali fra i due" per non intaccare la figura immaginifica del personaggio di Nico, personaggio totem di proposito. Nicola è una persona come non se ne incontrano, l'essere perfetto - come lo chiama Luisa - un uomo "innamorato dell'amore, non del contenitore", il principe azzurro che ogni trans - e non solo - sogna e, per lo stesso motivo, è spesso insopportabilmente noioso. Il mio scopo era quello di creare un contrasto forte con Gabry e con il mondo che ho dipinto attorno a lei, quindi anche con Rodolfo e con Domenico: contrapporre l'incoscienza che sa avere l'amore alla dura consapevolezza e al cinismo del disamore. Nicola è l'uomo a cui ti affidi con fiducia, ha il pericoloso potere di farti sentire la migliore. Pericoloso perché, alla fine, è solo un essere umano. E pecca, come tutti. Cosa accade a una persona insicura quando la solida impalcatura della quale si era circondata crolla? Gabry impara a stare in equilibrio sulle sue di gambe, ma non a tutti riesce...
I dialoghi del "delirio" li ho trovati a volte un po' superflui, mi sono piaciute più le parti in cui si racconta l'aspetto più intimo, quello personale, i luoghi, i personaggi, gli aneddoti.
Il dialogo con la Diana Prince - la Donna Misteriosa - serve come filtro: è una sorta di camera di decompressione in cui si entra per cancellare le tracce del passato, i residui legati agli aneddoti, le sensazioni appiccicose e, nonostante il tono delirante, si torna paradossalmente lucidi al presente.
Devo dire che il finale è bello! Mi è piaciuto, fa accelerare la lettura proprio quando stava diventando un po' lenta: a un certo punto mi veniva voglia di cacciare tutti da quella stanza, troppa gente intorno al letto!
Al sud capita spesso che parenti e amici intasino gli ambienti ospedalieri anche fuori dall'orario delle visite e, per il malato, non sempre è l'ideale: felice che la sensazione di sovraffollamento sia stata captata!MEE
------(Inviate i vostri commenti a [email protected]) Postato su IlBlogdellaPrimaDonna
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