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“Prophecy”: il thriller a sfondo sociale di Tetsuya Tsutsui

Creato il 18 dicembre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Prophecy: il thriller a sfondo sociale di Tetsuya Tsutsui Tetsuya Tsutsui J Pop Capita spesso che un autore abbia dei temi privilegiati, ripresi e sviscerati opera dopo opera. Per Philip Roth sono le nevrosi esistenziali e sessuali di maschi americani, colti, agiati; per Alfred Hitchcock è lo scambio di persona, lo sdoppiamento, il parallelo. Per lo sceneggiatore e disegnatore giapponese , evidentemente, il chiodo fisso sono le nuove tecnologie, motivo forte e dominante in Duds Hunt (2002) e Reset (2005) e fondamentale strumento investigativo in Manhole (2004-2006).
Non fa eccezione Prophecy, opera iniziata nel 2011, il cui primo volume viene pubblicato ora in Italia da J-Pop.

Un individuo mascherato che si fa chiamare Paperboy appare in brevi video su YouTube, racconta un fatto di cronaca o un torto del passato, svela il colpevole e annuncia la punizione, che puntualmente si compie l’indomani. Il canale su YouTube viene rapidamente e sistematicamente chiuso, la connessione si rivela deviata e pochi elementi confortano le indagini della polizia, costretta a inseguire gli scarsi e spesso illusori spiragli lasciati aperti dall’abile autore dei video.

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Strutturato in questo modo, Prophecy potrebbe essere l’ennesima variazione, magari in chiave informatica, sul plot del giustiziere fai-da-te, sensibile alle ingiustizie e all’impunità. Invece un attento gioco di flashback sposta la narrazione su una realtà di soprusi nel mondo del lavoro e degrado umano: illusione e sfruttamento dei precari, mobbing, ludopatia, fino all’abisso della manovalanza in nero, dell’analfabetismo e della disperata emigrazione in clandestinità.

Il racconto di Tetsuya Tsutsui si fa improvvisamente sociale, evidenziando una maturazione autoriale solo parzialmente intuibile nelle opere precedenti. Se Duds Hunt e Reset erano storie ben scritte ma prive di una morale profonda, già il disturbante Manhole metteva in scena un’ossessione utopica portata avanti sotto forma di terrorismo, sollecitando questioni etiche non nuove nel mondo del fumetto. In Prophecy, l’autore si spinge oltre, costringendo il lettore a ‘collocarsi’ nella storia, a riconoscersi tra gli sfruttati o gli sfruttatori, a rispondere intimamente alle domande che i personaggi si pongono:

“Non abbiamo un lavoro né un soldo e men che meno un futuro. Cosa possiamo fare?”; “Sgobbiamo come delle bestie senza ottenere la minima riconoscenza, fino a quando diventiamo degli stracci. (…) È per questo che viviamo? (…) Questa cosa non vi fa incazzare?”.

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Un ulteriore, inquietante senso di realtà e attualità è dato dalla ricostruzione curata e minuziosa (a tratti fastidiosamente didascalica) delle dinamiche della rete: flames, umore ondivago dei commenti, reazioni indignate a valanga, upvote/downvote, diffusione virale dei contenuti, hacking, anonimato, pirateria e copyright, interazione nei social network.
Ed è eloquente, sotto questo profilo, l’abbigliamento di Paperboy: una t-shirt che riproduce la schermata delle app di uno smartphone e un passamontagna ricavato dal quotidiano del giorno, che nasconde l’identità ma certifica la data del video. Paperboy si mostra come icona di una virtualità totale e senza volto, pura sintesi spersonalizzata del nostro presente (Paperboy potrebbe essere chiunque e chiunque può proiettarsi in Paperboy, caratteristica che ricorda il protagonista di V per Vendetta di Alan Moore e David Lloyd).

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Il versante su cui il volume soffre maggiormente è la costruzione dei personaggi, che appaiono stereotipati, poco complessi e delineati solo in funzione del semplice ruolo nella storia. Su tutti valga l’esempio del tenente Erika Yoshino, classica e abusata figura di agente di polizia dalla carriera fulminea e brillante e dal grintoso temperamento venato da un filo di sadismo.

Prophecy, che in patria si è concluso lo scorso agosto sulle pagine della rivista Jump Kai, parte mostrandosi come la più promettente e generazionale – nonché politica – opera di Tetsuya Tsutsui, nella speranza che i volumi successivi non cedano il passo al frusto meccanismo catartico di una sequenza di vendette.

Abbiamo parlato di:
Prophecy #1
Tetsuya Tsutsui
Traduzione di Isabella Donato
J-Pop, ottobre 2013
224 pagine, brossurato, bianco e nero – 6,00 €
ISBN: 9788866345770

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