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PROSPETTIVA – una breve novella da leccarsi le dita

Creato il 16 settembre 2011 da Pierumberto @Pierumberto

Diamo ospitalità a Roberto Gennaro autore di brevi novelle molto gustose. Buona lettura!

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PROSPETTIVA di Roberto Gennaro

La prospettiva. Certo! La prospettiva… ma come aveva fatto il signor Fortunato a non pensarci prima? È solo una questione di prospettiva! Su un aereo non c’era mai stato ma una volta era salito sul tetto di un grattacielo e da lì vedeva le cose con un’altra prospettiva. Le cose erano le stesse ma sembravano diverse. Tanto per cominciare non c’erano i topi. Cioè c’erano ma erano così piccoli e lontani che non c’erano. Non c’era nemmeno la puzza. E si poteva vedere il mare. E sopra non c’era niente ma proprio niente del tutto. Si, certo, c’erano le nuvole ma a parte loro niente. Su quel tetto gli era venuto da pensare a sua sorella. Chissà dov’era sua sorella. Sarebbe stato bello vederla almeno una volta ancora.

Poi era sceso perché agli operai che l’avevano assoldato non serviva più alcun contrappeso. Aveva guadagnato due euro per fare da contrappeso. Poi era andato alla sua panchina nel parco. Mentre camminava aveva incontrato sua sorella. Si era affrettato a rincorrerla ma lei camminava svelta e poi era salita su un taxi e lui l’aveva persa.

Da allora gli bastava pensare le cose e loro succedevano. Doveva essere qualcosa di simile a quello che una volta aveva sentito raccontare ad un prete. Non aveva capito bene il discorso ma ricordava che si parlava di senapa e di montagne che si spostavano da sole.

Gli era successo quando, d’inverno, si era addormentato sulla panchina per poi risvegliarsi in un letto con dei tubi nel braccio. Poi era venuto un prete e gli aveva raccontato delle storie. Avava parlato parecchio ma ora si ricordava solo il particolare delle montagne con le gambe. Ad essere sinceri non si ricordava l’inizio e nemmeno la fine della storia ma gli era rimasto impresso il dettaglio delle montagne che si spostavano. C’entrava in qualche modo anche la senapa ma non avrebbe saputo dire come.

Tuttavia ricordava bene di aver espresso prima di addormentarsi un forte desiderio di caldo e di cibo.

Lì era molto caldo ed il cibo era abbondante.

Dopo era ritornato sulla sua panchina nel parco dove lo attendevano una grande quantità di giornali da sfogliare. Guardando le fotografie aveva osservato che il medesimo soggetto ripreso da diversi punti di vista appariva diverso.

Aveva allora voluto provare a guardare il mondo con gli occhi di una formica e si era sdraiato sul vialetto, aveva strisciato sull’erba, si era arrampicato su un albero…

Ad un certo punto si era talmente immedesimato nel nuovo ruolo di formica da dimenticare che il suo peso, per quanto tenuto controllato da una dieta ferrea, non poteva essere sopportato dai rami più sottili. Ancora una volta si risvegliò in un letto con dei tubi nel braccio.

Ma questa volta con una novità: non sentiva più freddo ai piedi. E nemmeno alle gambe. Per la precisione non sentiva né freddo né caldo né dolore. Non era male come situazione. Il problema era che non riusciva a muoversi. Anche quella volta ritornò il prete ed allora gli domandò spiegazioni sulla storia delle montagne con le gambe e sulla senapa.

Gli parve di capire che credendo fermamente era possibile fare cose anche molto difficili. Continuava a sfuggirgli in nesso con la senapa ma tutto considerato non riteneva che fosse un elemento essenziale.

La storia del prete non gli sembrava del tutto irrealistica: anche lui aveva desiderato vedere la sorella e di lì a poco quella era apparsa (poi era scomparsa subito ma, nella sua nuova visione del mondo, ciò era un fatto ascrivibile ad un suo insufficiente livello di desiderio); avava desiderato caldo e cibo ed al risveglio quello avava trovato; aveva desiderato osservare il mondo da una nuova prospettiva ed ora che era rimasto privo dell’uso delle gambe quello avrebbe potuto (e dovuto) fare.

Cominciò a pensare di essere veramente fortunato e con il pensiero riconsiderò gli avvenimenti della sua storia personale che visti dalla giusta prospettiva non gli apparivano più come una serie più o meno continua di sventure ma, al contrario, come una fortunata concomitanza di fatti preordinati al solo scopo di donargli una vita felice.

Proprio in quel momento Giovanna, l’inferimera addetta alla preparazione dei farmaci per le corsie, riceveva l’sms di Federico. Un sms straordinariamente conciso: “Sì”. Quanto ci vuole per leggere un siffatto sms? Diciamo qualche decimo di secondo. In qualche decimo di secondo la frequenza cardiaca di Giovanna passò dalle usuali 75 pulsazioni al minuto alle 160 provocandole una felicità mai provata in precedenza. Un fremito, un urlo soffocato, un film lungo trent’anni che scorre davanti agli occhi in pochi secondi: Giovanna sarebbe divenuta madre di Roberto (o forse di Roberta, chi lo sa?). Avrebbe voluto andare via subito, correre, gridare, ridere, piangere, fare tutto ma prima doveva finire il turno, doveva impasticcare gli zombi in corsia.

Ok! Sbrighiamoci!

Movimenti rapidi, precisi, senza esitazioni.

E anche stavolta le cose dovranno essere viste nella prospettiva corretta…

Giovanna infatti finì con il somministrare al signor Fortunato non 2 mg di principio attivo come prescitto dal medico bensì 2 gr di principio attivo e le conseguenze non tardarono a manifestarsi: la sala di rianimazione fu predisposta per il signor Fortunato a tempo di record ma, come sappiamo, la fede muove le montagne.

E cosa aveva desiderato Fortunato più di ogni altra cosa nei minuti antecedenti la somministrazione del famigerato farmaco? Vedere il mondo come quella volta in cui era salito sul grattacielo a fare da contrappeso.

Evidentemente la Volontà Cosmica ha valutato di maggior peso la fede di Fortunato rispetto a quella della squadra addetta alla sala di rianimazione. Anzi, fu lo stesso signor Fortunato ad essere delegato alla custodia temporanea della squadra! E non fu certo qualche leggera difficoltà di manovra delle sue ali ad impedirgli di osservare dal nuovo punto di vista l’inutile ed affannoso lavorio della squadra di rianimazione li di sotto.

PROSPETTIVA – una breve novella da leccarsi le dita



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