Un passo verso la pace nella Repubblica Centrafricana.
Alla presenza del corpo diplomatico, di organizzazioni nazionali e internazionali e del governo, il presidente Michel Djotodia, il premier Nicolas Ntiangaye e il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Alexandre-Ferdinand Nguendet hanno firmato nella capitale Bangui il "patto repubblicano".
Il documento era stato stilato a Roma, nella sede della Comunità di Sant'Egidio, durante i colloqui di settembre tra esponenti dell'esecutivo, del Consiglio nazionale di transizione, della società civile e delle confessioni religiose.
Il "patto" impegna le forze vive della nazione nella difesa della democrazia e dei diritti umani. Il testo, inoltre, predispone una serie di meccanismi per la prevenzione e la gestione dei conflitti.
Il Paese è caduto in una spirale di violenza dal marzo scorso, quando un colpo di stato dei ribelli della coalizione Seleka ha destituito il presidente Francis Bozizé.
Il leader è stato sostituito da Michel Djotodia. Bande armate fedeli all'uno o all'altro schieramento seminano il terrore. Di recente, ci sono stati dei miglioramenti nella capitale Bangui mentre nelle regioni occidentali e settentrionali si registra un numero incessante di violenze.
Il patto siglato ieri rappresenta dunque un tentativo concreto per mettere fine al massacro. Sancendo «il rifiuto della violenza armata e la lotta alla corruzione», ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro rende possibile far procedere «il confronto tra le parti».
(Fonte Avvenire)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)