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Prospettive mediterranee dopo le rivolte arabe: la conferenza di Roma Tre

Creato il 16 aprile 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Prospettive mediterranee dopo le rivolte arabe: la conferenza di Roma Tre

Lunedì 8 aprile si è svolta presso l’Università degli Studi Roma Tre la conferenza Dopo le rivolte arabe. Prospettive nell’area mediterranea. L’evento è stato organizzato dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), assieme al progetto NEPAS (New European Policies to face the Arab Spring), all’Università degli Studi di Roma Tre, a Peacekeeping & Security Studies e a C.I.A. Lab ed ha visto la partecipazione di Maria Luisa Maniscalco (Università degli Studi di Roma Tre) in veste di moderatrice, e come relatori Maria do Céu Pinto (Universidade do Minho), Tiberio Graziani (IsAG), Valeria Rosato (Università degli Studi di Roma Tre) e Pino Sodano (Università degli Studi di Roma Tre). Gli intervenuti hanno delineato possibili scenari di sviluppo alla luce dei grandi sconvolgimenti – conosciuti in Occidente come “Primavere arabe” – che hanno attraversato l’area mediterranea a partire dalla fine del 2010.

Intervento di Tiberio Graziani

L’intervento di Tiberio Graziani, Presidente dell’IsAG, ha inquadrato i fenomeni entro un’ottica geostrategica e geopolitica. Su entrambi i piani, per cercare di delineare i mutamenti in atto, non è sufficiente circoscrivere l’oggetto d’analisi alla sponda meridionale del Mediterraneo; è invece necessario guardare all’intera area mediterranea e quindi analizzare le “Primavere” congiuntamente ai fenomeni di crisi che hanno caratterizzato la sponda settentrionale del mare, con fenomeni di crisi o profonda incertezza che hanno attraversato paesi come Grecia, Italia, Spagna e Portogallo. La destabilizzazione di un’area di tale importanza, che su un piano geopolitico costituisce cerniera della massa continentale eurasiatica congiuntamente al Centro Asia, avvantaggerebbe il grande egemone USA che in questa fase di transizione uni-multipolare si trova a dover competer con nuove forze emergenti e processi di integrazione che sfuggono al suo controllo. L’Europa stessa dovrebbe prendere piena coscienza dei grandi mutamenti in corso non solo nell’area mediterranea ma anche a livello globale, ed agire in sintonia con gli stessi; tuttavia allo stato attuale essa resta ancora vittima di una configurazione politica che non le permette di assumere lo status di un integrato ed autonomo attore geopolitico.

Intervento di Maria do Ceu Pinto

Maria do Ceu Pinto, che è anche coordinatrice del progetto NEPAS, ha focalizzato il suo intervento sul concetto della deep democracy. Si tratta di un nuovo progetto dell’Unione Europea, che ha ormai abbandonato la logica dei finanziamenti a pioggia per i paesi arabi e ha scelto di operare attraverso le strutture sociali, influenzando la società civile e creando, per l’appunto, una “democrazia profonda”.

Intervento di Valeria Rosato

Valeria Rosato e Pino Sodano hanno invece presentato una propria ricerca sociologica su un campione di giovani immigrati arabi di seconda e terza generazione. I due studiosi dell’Università di Roma Tre hanno rilevato come questa fascia di popolazione segua modelli prettamente occidentali, pur mostrandosi però alla ricerca di caratteri identitari. Inoltre, la loro richiesta di concentra sulle libertà individuali e civili più che su quelle sociali.

L’IsAG e l’Università di Roma Tre collaborano già, assieme alla portoghese Universidade do Minho di Braga, nel progetto NEPAS, la cui finalità è elaborare una nuova politica europea verso il mondo arabo.


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