da Comune-info –
“Questa sera mi incateno dentro la biblioteca. Resterò incatenato finché il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, non metterà nero su bianco il finanziamento per comprare nuovi libri (e dal 2014 che non riceviamo nulla)”. Andrea D’Emilio lo ha annunciato su facebook: la protesta in difesa della cultura, dei libri e della biblioteca pubblica D’Annunzio di Pescara si è conclusa con il suo arresto. Venerdì l’arresto è stato convalidato dal giudice unico e il trentunenne pescarese è stato rimesso in libertà in vista dell’udienza fissata al prossimo 17 giugno.
“Ho le mie ragioni al giudice: sono stato rimesso in libertà – dice D’Emilio – La biblioteca provinciale, dal 2014, non riceve un euro per acquisto di libri e periodici. È come se un ospedale non potesse comprare i medicinali. Il deposito con 180mila libri è stato chiuso per trenta mesi, dal dicembre 2011 allo scorso giugno. Dal 2000 a oggi il finanziamento per libri e periodici è sempre stato gravemente al di sotto del regolamento deliberato dal consiglio provinciale”. E ora? “Ora manifestiamo per far sapere alla città lo scandalo della biblioteca abbandonata dalle istituzioni. Una manifestazione ovviamente pacifica, con dati alla mano, invitando il presidente della Regione a stanziare fondi. La cultura è una priorità ma sta a noi cittadini farla valere davanti alle istuzioni”.
“Essendo Andrea una persona assolutamente pacifica confido che a nessuno venga in mente di denunciarlo – commenta Maurizio Acerbo (Prc) – Anche perché un cittadino che protesta per chiedere più libri merita un monumento”.
bene comune conoscenza biblioteca chiusura Cultura libri 2015-05-17