Con un generico basta non si va da nessuna parte, ora è la città a dire basta.» Lo ha detto il sindaco di Torino Fassino oggi pomeriggio al termine della riunione del Comitato su Sicurezza e Ordine Pubblico, un osservatorio che ha visto riunirsi le autorità cittadine per fare il punto sulla situazione di tensione degli ultimi giorni. Il Sindaco di Torino ha poi rivolto un appello direttamente ai manifestanti «Dovete rendervi conto che in questo modo state danneggiando i cittadini; è sicuramente lecito promuovere una manifestazione per far sentire le proprie ragioni, non lo è sconvolgere la vita della cittadinanza. Se l’obiettivo è provocare disagio a politici e amministratori –ha proseguito- non ci state riuscendo: tutto questo lo sentono solo i cittadini. Non potete impedire a un esercizio commerciale di aprire, a una mamma di portare il proprio bambino a scuola o bloccare la circolazione. È evidente che in una società civile sono gesti che non si possono accettare». Il ringraziamento del Sindaco va poi alle Forze dell’Ordine, che si stanno prodigando in un’azione continua sul territorio. La difficoltà nel fronteggiare la rivolta dei forconi sta proprio nel carattere anomalo di queste manifestazioni: azioni sporadiche e presidi improvvisi, la composizione variegata e l’apparente assenza di una direzione con cui ragionare rendono complicato il contenimento della protesta. «Abbiamo appreso tutto “on the road” – conferma il Prefetto di Torino Paola Basilone- , tutto questo si preannunciava come una manifestazione degli autotrasportatori, che poi si è rivelata in questa sua modalità mobile e policentrica, che non va sottovalutata». Serpeggiano in sala mormorii su una possibile sottovalutazione iniziale della situazione, palese ormai da giorni su siti e social network. Ma il Questore di Torino, Antonino Cufalo, si oppone: «Da parte delle forze dell’ordine non c’e’ stata alcuna sottovalutazione della situazione: oggi ci sono stati almeno 10 presidi spontanei, troppi. Le forze di polizia sono limitate, abbiamo mandato gli uomini disponibili ovunque e svolto al meglio un’azione di contenimento dei danni». Ma da domani le cose cambieranno: sono stati chiesti congrui rinforzi che arriveranno in quella che, ormai, è definita la “Capitale della protesta”. Arrivano alla fine -inevitabili- le domande sul rapporto tra polizia e manifestanti, troppo blando per alcuni, considerato anche lo scalpore della vicenda dei caschi. Cufalo è molto fermo: «Abbiamo attuato un giudizio di opportunità per quanto riguardava cariche nel centro cittadino. La città non ha la percezione del numero dei presidi che si formano continuamente e degli sforzi delle forze dell’ordine per contenerli. E di questo sono molto rammaricato. E per quanto riguarda la questione dei caschi –conclude- è un episodio marginale, strumentalizzato e dall’impatto mediatico immeritato. Si trattava di un momento di rilassamento in una giornata di tensione». A tirare le somme, una valutazione di Fassino: «Se l’obiettivo di ogni manifestazione è acquisire il consenso dell’opinione pubblica, qui a Torino hanno fallito. In questo modo si sono attirati addosso solo rabbia e indignazione.»
Articolo di Giulia Pescara e Alberto Schilirò.