Magazine Diario personale

Prove tecniche di solitudine

Da Jollyroger
L. è al lavoro. C. è uscito presto per l’esame di riparazione di matematica. E. sta ancora dormendo, come sua abitudine.
Mi trovo davanti al computer sperimentando ciò che sarà la mia vita non appena riapriranno le scuole: il vuoto assoluto.
Anni fa ero felice di possedere spazi di solitudine, non ho mai avuto preblemi di convivenza con me stesso, non ho mai provato la paura di essere solo, anzi, erano momenti miei, in cui fare e pensare ciò che più mi andava. Un po’ come diceva Georges Moustaki nella sua canzone: “Non, je ne suis jamais seul avec ma solitude”.
Oggi è diverso, ma non sono io ad essere cambiato, sono le condizioni in cui mi trovo a esercitare questa solitudine. Una condizione che non è più l’occasione per riordinare le idee, fantasticare progetti o semplicemente ascoltare il silenzio.
Oggi è una solitudine fatta di emarginazione, di scuro rimuginare, di rabbie sorde, di speranze fumose. Sento che la mia testa parte per tangenti inesplorate e pericolose, capisco che questa solitudine non mi fa più bene, non è più la valvola di sfogo, ma un compressore che lavora incessantemente senza motivo, senza un fine preciso, ma che, prima o poi, dovrà sfogare tutta l’energia immagazzinata.
Sento montare rabbia e disperazione per una situazione che non migliora, che non mi fa sperare in niente di buono.
Leggo la notizia di una coppia di Chieti che ha messo in vendita su eBay rene e ovuli a causa di problemi economici. E mi domando: è gente più disperata di me oppure sono semplicemente dei cialtroni? Davvero l’avrebbero fatto? Passi per gli ovuli, ma un rene! Oppure hanno inserito l’annuncio sapendo a priori che la polizia postale l’avrebbe scoperto e sarebbe scoppiato un caso su giornali e televisione? Io sono convinto che fosse tutto programmato, un bluff ben riuscito e congegnato. E, ora che la notizia è su tutti media, qualcuno provvederà senz’altro a risolvere la loro situazione.
In effetti, anch’io avevo pensato a un’azione simile, un’operazione di guerrilla marketing nella quale avrei annunciato il mio suicidio. In seguito si sarebbe scoperto che sarebbe stato sì un un suicidio, ma solo professionale, una sorta di brucia la vecchia a capodanno o qualcosa del genere. Confesso che poi ho avuto paura e, come un vigliacco, ho rinunciato.

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