Dalla nostra piccola casa in Puglia il mare si sente ma non si vede. E’ una casa a dir poco spartana, dove acqua ed elettricità sono arrivate da pochissimi anni. Io ci ho fatto tutte le estati da bambina e al tramonto bisognava uscire per forza per mangiare la pizza o il gelato perché a casa senza luce non ci si poteva stare. Adesso avere il frigo e il microonde mi sembra un lusso mai visto. Ma il lusso più grande è che sta a cinquanta passi dal mare. Cinquanta passi veri non come quelli che promettono certe pubblicità di località marine che arranchi sotto il sole per venti minuti e il mare lo intravedi da dietro alti scogli. No. Qui è sabbia ovunque. La casa è costruita sulla sabbia, intorno a noi c’è sabbia, per arrivare al mare c’è un percorso di sabbia, poi una piccola duna di sabbia dietro cui il mare si nasconde. E nient’altro. E quel mare è trasparente e chiaro come una piscina.
Devo ammettere ho odiato questo posto con tutte le mie forze fino a che ho avuto l’età per non venirci più e fare le vacanze da sola. Detestavo questa calma, questa pace questa solitudine mentre le mie amiche passeggiavano in bikini sui lidi fitti di ombrelloni, sorseggiavano una coka al bar, o sprizzavano risatine giocando a bigliardino. Io ero seppellita dentro le vacanze naturali dei miei genitori.
Ovviamente da qualche anno a questa parte io e il santuomo lo abbiamo riscoperto. E quest’anno abbiamo sfrattato gli anziani genitori in una casa in paese decisamente più comoda e abbiamo occupato l’abitazione noi tre e la nostra au pair.
Non c’è niente. Solo il rumore del mare. E internet. Che figata.
Ps Giuro e stragiuro che non appena l’Inuit avrà l’età della socializzazione (cioè al max tra due anni) abbandonerò questo posto di nuovo per trasferirmi su una chiassosa spiaggia affollata.