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Pulci su cani morti, abbandonati in un parco a tema in vendita

Creato il 11 ottobre 2011 da Mapo
Spesso, soprattutto in questi giorni di semi-burrasca politica, si sente da più parti (talvolta insospettabili) agitare lo spauracchio del "guardate che cosa scrivono e pensano di noi all'estero". Le corna nelle foto ufficiali, certi bizzarri e vaginali nomi di partito, i baci calorosi a dittatori sanguinari, di certo, mettono parecchia carne sul fuoco e si ha come l'impressione che spiegare ad un tedesco che non siamo tutti puttanieri e xenofobi sia ogni giorno più difficile.
Pulci su cani morti, abbandonati in un parco a tema in venditaPerlomeno, noi abitanti dello stivale, abbiamo la fortuna di non essere obbligati a leggere la stampa internazionale, ma solo a farci rincoglionire dai TG di casa nostra, dove il teatrino della politica degenera gradualmente come un paziente con l'Alzehimer che va spedito verso l'oblio con la lentezza di una candela che, piano piano, consuma la cera di cui si costituisce.Qualche scossa, a onor del vero, talvolta arriva. L'ultima l'ho letta sull'Internazionale di questa settimana, che riporta un articolo di tale David P.Goldman che, scopro, "è un economista autore del blog firstthings.com e giornalista dell'Asia Times". Il sito del giornale, apprendo curiosando sulla pagina web, vanta circa 52.000 visite al giorno, per un totale di più di 1 milione e 600mila lettori nell'ultimo mese. Quanti di questi, ora come ora, penseranno al sottoscritto come ad "una pulce su un cane morto".
L'Italia diventerà un parco a temaDavid P. Goldman, Asia Times, Hong KongIl paese ha bisogno dell'aiuto della Cina. Ma in questo modo rischia di perdere il controllo delle sue risorse. Il commento di un economista esperto di questioni asiatiche.

I paesi dell’Europa meridionale, sommersi dai debiti, sono alle prese non con una crisi ma con una trattativa commerciale. Grecia e Italia, un tempo dominatrici del Mediterraneo, invecchieranno sempre di più e saranno salvate da orde di turisti asiatici. Il modello spartano, in pratica.
Sparta è stata la prima potenza mondiale a cadere vittima di un suicidio demografico, ma anche la prima ex potenza a sopravvivere sotto forma di un parco a tema. Un tempo a Sparta vivevano più di diecimila persone, ma dopo la sconfitta subita da Tebe nel 371 a.c. nella battaglia di Leuttra, la popolazione si era ridotta a mille abitanti. La città-stato continuò a sopravvivere, ma sotto forma di parco a tema: gli ultimi spartani rimasti continuarono a ungersi i capelli, a indossare le loro vesti, a suonare i loro flauti e a disporsi in falangi per la gioia dei visitatori romani.
Se i turisti provenienti dall’Italia tennero in vita Sparta per cinquecento anni dopo che il suo modello politico diventò superato, i visitatori cinesi possono tranquillamente tenere a galla l’Italia per un altro secolo o due. Quarantatrè milioni di turisti hanno visitato la penisola nel 2009, spendendo in media circa 750 euro. Se le circostanze saranno favorevoli, i visitatori asiatici potrebbero raddoppiare nel giro di pochi anni, dando all’Italia un grande aiuto a ridurre il suo debito con l’estero. Ma c’è una controindicazione: la Cina finirà con il possedere gran parte del paese. I cinesi non hanno nessuna intenzione di limitarsi a fare la parte dei turisti e a scattare qualche foto: vogliono comprare e portarsi a casa la bellezza e i prodotti italiani.
In questo modo l’Italia riuscirebbe a sfruttare le sue enormi potenzialità nel settore delle esportazioni. A differenza della Germania, i cui macchinari lavorano a pieno regime in molte fabbriche cinesi, l’Italia non è riuscita a stimolare le esportazioni verso la Cina. Il più importante produttore italiano, la Fiat, resiste a malapena in mercati secondari come quello russo o turco e tra i ceti a più basso reddito (e sempre più impoveriti) degli Stati Uniti.
Capacità di sopravvivenza
In Italia la tradizione vuole che ogni imprenditore mantenga quattro registri contabili: uno per l’ufficio imposte, uno per la banca, uno per la moglie e uno per sé. Le imprese sono molto spesso a conduzione familiare e per questo motivo nel mercato azionario italiano sono pochi i titoli che vale la pena comprare. Le aziende migliori sono nelle mani di un pugno di azionisti, nonostante molte di esse siano tecnologicamente all’avanguardia. In Italia ci sono centinaia di ottime aziende, ma sono messe in ombra dalla corruzione, dalla burocrazia e dall’irresponsabilità della classe politica. Quasi mai le aziende italiane piccole e virtuose sono nelle condizioni di esprimere tutto il loro potenziale.
Per l’industria italiana l’insolvenza del paese sarebbe una grande notizia. Se gli stranieri cominciassero a comprare i beni dello stato, le imprese locali conquisterebbero il palcoscenico del mercato internazionale, e potrebbero dimostrare tutto il loro valore attirando capitali stranieri. La verità è che il sistema politico italiano non può essere riformato: può solo essere aggirato, e questo è precisamente ciò che hanno fatto gli italiani per sopravvivere nel corso dei secoli. Il nuovo libro di Michael Ledeen, Virgil’s golden egg and other neapolitan miracles, spiega le capacità di sopravvivere e il genio degli italiani. Gli investitori asiatici dovrebbero leggerlo con attenzione. Il più grande nemico dei talenti italiani è il governo di Roma. Quello di cui il paese ha bisogno è un’invasione simile a quella dei Goti nel quinto secolo dopo Cristo, solo che i “barbari” dovrebbero impugnare i libretti degli assegni invece che asce e spadoni.
Nella veste di turisti ma anche di uomini d’affari, i cinesi troverebbero in Italia una tecnologia e un gusto perfettamente compatibili con il loro universo e in grado di migliorare la loro vita e le loro aziende. La passione dei cinesi per l’Italia risale a tanti anni fa, quando l’ossobuco alla milanese è diventato il piatto tipico di Shanghai. Oggi nella città più popolosa della Cina le pietanze italiane di prima qualità sono più facili da trovare dei piatti della tradizione locale. Tuttavia, per trasformare l’amore in denaro, l’Italia ha bisogno di aprire le porte ai consumatori cinesi. Per farlo dovrebbe innanzitutto sbarazzarsi di tutti gli accordi politici che soffocano la società come un rampicante.
I cinesi arriverebbero giusto in tempo. Come gli spartani nell’antichità, gli italiani sono un popolo in via d’estinzione. Secondo le stime delle Nazioni Unite, entro il 2040 i tre quinti degli italiani saranno pensionati. Anche ipotizzando una ripresa graduale del tasso di fecondità, il numero di donne in età riproduttiva sarà calato del 40 per cento entro la metà del secolo. Questo significa che la popolazione italiana non si riprenderà mai. Gli imprenditori italiani hanno bisogno di vendere il loro talento all’Asia, perchè tra qualche anno le migliori aziende a conduzione familiare non avranno più familiari per tenere in vita l’attività. E faranno la fine dei maestri soffiatori di Murano, dove rimangono ormai pochi artigiani che intrattengono i turisti creando animali di vetro.
Come gli spartani, i cittadini italiani finiranno per vivere in un parco a tema. Venderanno pizza, soffieranno vetro e imbottiglieranno vini pregiati per la gioia di frotte di asiatici. IL governo sarà in bancarotta, e i possessori di titoli di stato italiani riceveranno 70 centesimi per ogni euro investito.
E i parassiti che vivono sulle spalle dello stato italiano faranno la fine delle pulci su un cane morto.


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