Magazine Società

Pulcini elettorali.

Creato il 08 aprile 2011 da Enricobo2
Si avvicinano le elezioni e ricominciano le diatribe sul voto di scambio, dimenticando che già il buon Lauro dava una scarpa sinistra in regalo, consegnando la destra solo ad elezione effettiva avvenuta. Non bisogna però dimenticare che tutto il mondo è paese e la voglia di comprare il voto è sempre stata una costante comune sotto tutti i cieli. Mi direte, al nord è diverso, tutta gente seria, che lavùra, mica suonatori di mandolino e putipù! Allora vi riporto, a cuor leggero essendo ormai prescritta, questa mia esperienza personale di tanti anni fa. C'era nell'Alessandrino un Onorevole della Bonomiana, allora fortissima tanto da portare a Roma una ottantina di parlamentari, assai famoso per le sue topiche clamorose, non si sa bene se, come le gaffes di Mike, volute e studiate per rappresentarsi come uomo umile del popolo o naturali a causa della sua pochezza nella lingua di Dante.
Ancora oggi si ricorda lo sbigottimento di un importante personaggio posto alle sue spalle, quando alla fine di un comizio, l'onorevole chiosò il suo intervento con un:  "Adesso che ho finito io, vi parlerà il mio di dietro", oppure quando, essendo amante dell'apicultura, augurò ai suoi attenti ascoltatori: "Tutti voi dovreste avere un'ernia." mentre il pubblico allibito si toccava. Bene, in periodo preelettorale, avendo la Bonomiana diritti e potere assoluto nei Consorzi Agrari da cui suggeva tutto il nettare possibile, salvo poi abbatterla quando non dava più latte, per farne spartire le ricche spoglie a stormi di avvoltoi (ma questa è un'altra storia), partiva l'operazione Pulcini. Al martedì mattina, il rag. F. , mio mentore consortile, reduce dalla Russia dove aveva lasciato una gamba, alle ore 6, aspettava il camioncino del produttore dei pulcini medesimi che venivano scaricati in scatole da 50. Con grandi forbicioni le divideva in due ed alle 8 precise, io, che ero stato appena assunto, grazie alla mia laurea in agraria, assieme ad altri disgraziati caricavo all'inverosimile la 500 che mi ero acquistato usata grazie a lavoretti durante il periodo universitario e partivo per le campagne. La macchina era piena zeppa di scatole pigolanti e scagazzanti che tentavano in ogni modo di lordare il mio meraviglioso boudoir.
Il rumore era così forte che non si sentiva più neanche il clacson, né si poteva vedere dal finestrino di destra essendo anche il sedile anteriore occupato dai potenziali pollastri. Arrivavo nelle varie agenzie del consorzio dove l'agente operava lo scarico e la distribuzione ai vari contadini che convenivano come chiamati dal pifferaio seguendo il magico pigolare, dove venivano debitamente registrati con nome e cognome e se ne tornavano a casa felici con i loro 25 pulcini e il relativo santino. Tutto questo durava per 5 martedì, appunto la durata della campagna elettorale. Poi finalmente potevo provvedere a ripulire con attenzione i preziosi sedili di similpelle beige dai residui delle tenere piumette gialle e dai meno gradevoli residui di scagazzamento. Per qualche anno non ho mangiato pollo.
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
La vergogna.Sport e politica.Pudore.Impero romano.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :